Lazio, Patric confessa: “Ho sofferto psicologicamente il Covid. Su Sarri dico che…”

Patric nuovo leader della Lazio - OneFootball

Patric, difensore della Lazio, ha rilasciato una bella intervista a Radio Radio. Ecco gli estratti più significativi.

Lazio, l’intervista di Patric a Radio Radio: gli elogi a Sarri

Maurizio Sarri
Maurizio Sarri (ANSA) – CalcioinPillole.com

La rivelazione di Patric sul Covid

Patric al posto di Sarri in conferenza – OneFootball

“Ormai sono otto anni, questo è il nono. Sono arrivato che ero un bambino e ora sono un uomo. Non sono un incredibile appassionato di viaggi, ma come non posso non girare Roma. Io venivo dopo 3 anni al Barcellona B,, speravo di partire prima dopo l’ultimo anno che era difficile. Con mio padre abbiamo deciso di venire qui perché volevamo cambiare Nazione, per diventare uomo dovevo cambiare anche a livello di apprendimento. La mia famiglia ha deciso di venire qui e siamo venuti. Ruolo, da terzino a centrale? È un po’ strano. Al Barcellona sono partito come vertice basso. Al Barcellona B, dove c’era anche Luis Alberto, li in mezzo eravamo in overbooking e per giocare dovevo fare il terzino. Non sapevo gestire le mie emozioni e la riga mi avrebbe dato più tranquillità, ho iniziato a giocare da terzino. Mi sono divertito. Poi quando sono arrivato qua per giocare a alti alti livelli, potevo fare il terzino ma non il quinto. Io ho cercato di fare il mio meglio senza lamentami, ma non ero adatto. Sarri? Io rispetto agli altri compagni non ho sofferto tanto, venivo da un tipo di gioco non uguale. sono stato nove anni al Barcellona e il gioco era molto simile. Mi sono trovato subito bene. Ha un modo particolare, ci vuole tempo. Non è stato facile, ma sicuramente meglio rispetto agli allenatori. Differenze con Inzaghi? Il suo è un calcio più a uomo, quello di Sarri è più tattico e organizzato con un modo di gioco che ha creato. Ha un modo suo di difendere e attaccare, è la prima volta che vedo un gioco così

Covid? Sono stato male, non ho mai detto niente e non voglio parlarne tanto. Sono uno che tiene sempre botta, dal primo momento ci sono state difficoltà. Ho voluto crescere e imparare e anche se sono serviti due anni per vedere i miglioramenti. È stato un momento delicato, io sono emotivo e ipocondriaco. Era uno dei momenti migliori della mia carriera, tutta la gente parlava bene di me e vedermi chiuso in una casa da solo. non mi pento di quello che è successo, grazie a quello sono un’altra persona. Giocavo e non mi sentivo di giocare, ma non potevo fermarmi perché sarebbe stato lasciare sola la Lazio. Non c’erano altri, dovevo farlo. Mai ho raccontato questa cosa a Inzaghi, rendevo tanto e poi dal nulla facevo le stesse cose ma non era lo stesso. Quando sei giovane pensi di poter fare tutto, non sapevo con chi parlare. Invito tutti quelli che si sentono così a farsi aiutare, la soluzione non la trovi da solo. Io penso anche che sono una buona persona, con tanti valori a livello umano. Per me è fondamentale essere una persona per bene. Sono contento della persona che sono”.