Il tecnico della Lazio, Maurizio Sarri, ha parlato in conferenza stampa al termine del match contro l’Inter, valido per la terza giornata di Serie A. Ecco le sue parole, riportate dalla redazione di TMW.
Quale aspetto la soddisfa di più?
“La sensazione che possiamo passare indenni anche quei momenti in cui non abbiamo in mano la partita, l’anno scorso non c’era. Oggi abbiamo preso gol su una situazione non pulita. Le uniche grandi difficoltà difensive sono venute per la loro fisicità sulle palle inattive. L’ordine è una grande qualità e noi siamo diventati più ordinati, sia tatticamente che mentalmente”.
Un giudizio su Felipe Anderson?
“Penso che abbia preso la strada giusta. A livello offensivo non sarà mai un mostro di continuità, ma ora nella squadra pesa sempre con un bilancio positivo”.
Un commento sul girone d’Europa League?
“Non ci ho neanche pensato. Il Feyenoord lo conosco di più ed è una buona squadra. Vediamo quando sarà il momento, adesso pensiamo alla Sampdoria, che non sarà una partita semplice. Questa vittoria vale 3 punti, non 6. Ci dà un’inerzia positiva per trovare continuità”.
Il metro dell’arbitro?
“Non l’ho capito neanche io. C’erano gli estremi per dei gialli anche nel primo tempo, noi al primo fallo siamo stati ammoniti. A me sembra anche un rigore da fischiare senza attendere il Var quello su Immobile, che prima era stato tirato giù al limite dell’area. Abbiamo fatto la riunione con l’arbitro che è venuto a spiegarci il nuovo regolamento, gli abbiamo promesso di essere buoni”.
La soddisfazione di aver preparato benissimo la partita?
“Finisce qui, da mercoledì si gioca ogni 72 ore. Si torna al calcio usa e getta, il calcio moderno che a me non piace”.
Sente la Lazio un po’ più sua?
“La squadra ha fatto partite di altissimo livello anche l’anno scorso, all’andata con Inter e Roma, ricordo anche Firenze. Vediamo se ora troviamo qualcosina in più che non abbiamo avuto, ovvero quelle 5-6 partite perse senza neanche giocare. Il livello di applicazione dei ragazzi è straordinario, dei segnali ci sono, ma siamo un maratoneta al 4° km”.
Luis Alberto?
“È entrato con uno spirito incredibile, lo si vedeva negli occhi, al di là del gol. Nel momento in cui ho avuto la sensazione che il loro centrocampo stesse in flessione, siamo andati a mettere i giocatori più qualitativi, anche se più leggeri. Avevamo voglia di vincere e potevamo anche rischiare”.