Lazio, il rinnovo di Simone Inzaghi è la vittoria di tutti
Pace fatta
Sembrava una storia arrivata al capolinea. E non ci sarebbe stato nulla di male. Succede che, dopo tanti anni insieme, le strade a un certo punto di dividano. Non è inevitabile, ma neanche drammatico. E invece, a Claudio Lotito e Simone Inzaghi è bastato un pomeriggio insieme, e poi una cena per festeggiare, per ricomporre i cocci e decidere di restare insieme. Con lo stesso, rinnovato entusiasmo di questi ultimi cinque anni. Alla fine, le cifre sono quelle raccontate mesi fa, forse persino qualcosa meno: 2,2 milioni di euro a stagione per i prossimi tre anni, più i bonus.
Questione di cuore
La questione economica, però, non è che una delle tante componenti di un accordo rimasto in bilico per mesi. Dopo l’ultima di campionato contro il Sassuolo, la battuta piccata di Simone Inzaghi su un rinnovo in standby da 16 mesi ha indispettito non poco il patron Lotito. Che, come qualunque suo collega, negli ultimi tempi ha riflettuto molto sulla possibilità di separarsi dal suo allenatore. Magari per ripartire con un progetto tutto nuovo, anche sul piano tecnico. Si sono fatti con insistenza i nomi di Gattuso e di Sarri, ed è difficile credere che non ci siano stati contatti. Legittimi, come gli abboccamenti che l’Inter, mollata all’improvviso da Antonio Conte, avrebbe fatto per Inzaghi.
Ma quale Inter
La proposta nerazzurra, di tre milioni di euro a stagione, non ha però convinto l’allenatore biancoceleste, che ha dato seguito a quanto ha sempre detto: la priorità è la Lazio. Ossia, una società che ha sposato 22 anni fa, ai tempi della presidenza Cragnotti. Il club con cui ha vinto tutto da calciatore, ed in cui ha deciso di restare anche dopo il ridimensionamento imposto dal piano di salvataggio di Lotito. Che, come ama ricordare, a Simone Inzaghi propose un quinquennale da un milione di euro l’anno, ossia un quinto di quanto guadagnava al suo arrivo.
Ambizioni condivise
È chiaro che tra la Lazio e Simone Inzaghi non sia mai stata solo una questione di soldi. Ma di ambizioni, quello sì. Perché in questi cinque anni, che nel calcio corrispondono ad un ciclo piuttosto lungo, i biancocelesti hanno sognato lo scudetto, conquistato l’accesso alla Champions League, e alzato tre trofei. Un ruolino importante, che ha spinto la dirigenza ad alzare sempre di più l’asticella. Anche sbagliando qualche colpo sul mercato, è vero, ma senza risparmiarsi. Il monte ingaggi è oggi il sesto della Serie A, di poco inferiore a quello del Milan, e ogni euro che esce dalle cessioni viene reinvestito in nuovi giocatori.
Ora testa al mercato
Ed è proprio sul mercato che Simone Inzaghi avrebbe ricevuto le rassicurazioni che chiedeva. Vedremo in che senso, ma la conferma dei top – Acerbi, Luis Alberto, Milinkovic-Savic, Immobile, Marusic – potrebbe essere dietro l’angolo. D’altro canto, c’è bisogno di un ringiovanimento importante, specie in difesa e in mezzo al campo. Ma anche di scelte coraggiose, dopo le bocciature di questa stagione, con Strakosha ormai in partenza, e Muriqi che potrebbe davvero tornare in Turchia. Intanto, la prima pietra della nuova Lazio è al suo posto, dove tutti, o quasi, si auguravano di ritrovarlo.