“Abbiamo scoperto che al 31 marzo 2021 il debito era di 1,350 milioni di euro“. Joan Laporta parla della situazione finanziaria del Barcellona nell’Auditorium 1899 del Camp Nou. Il presidente catalano si è prima di tutto difeso dalla lettera di Bartomeu: “Ha voluto rendere pubblica una lettera che mi ha inviato. Lo rispetto, ma la sua mancanza di serietà e professionalità non è il modo giusto di lavorare. La sua lettera è piena di bugie – ha dichiarato il presidente del Barcellona, Laporta – Bartomeu ed i suoi sono responsabili fino alla data delle loro dimissioni e cioè fino a marzo 2021 quando il debito era di 1,350 milioni di euro. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e non può sfuggirvi. Abbiamo approvato i conti soltanto per non paralizzare il club e questo lo sanno tutti. La nostra approvazione, non cancella un 2019 ed un 2020 disastroso. Non condivido i conti che fa Bartomeu. I conti chiusi sono di tua responsabilità. L’ho sperimentato in passato. Qui si prova a ripetere una bugia credendo di farla diventare realtà. Bartomeu insiste sul fatto che la mia amministrazione ha lasciato risultati negativi, quando un tribunale ha chiarito che non lo ha fatto. Tutto ciò provoca una drammatica situazione economica e patrimoniale“.
Una lettera, quella di Bartomeu, dunque, piena di bugie secondo Laporta: “Il Barca Corporate è un’altra bugia. E’ molto grave che un presidente rompa la riservatezza dei contratti, perché ciò toglie credibilità a tutta la società. Alle bugie sul Barca Corporate si aggiungono quelle sulla Superliga e sugli accordi de La Liga con CVC. Dice bugie anche sul caso Neymar. Non abbiamo concesso 16,7 milioni al brasiliano, ma ci siamo accordati per non concedergliene 53,6. Credo sia stato positivo per la società. I soldi della sua cessione, invece, dovevano essere reinvestiti con oculatezza, cosa che non è stata fatta. Si è corsi alle spese folli per competere con la Premier League ed i salari sono saliti alle stelle. Ci sono otto punti della lettera di Bartomeu in cui dice chiare menzogne ed è molto triste riscontrarle. A settembre ne riparleremo, ma sicuramente porteremo avanti azioni legali. Nessuno sfuggirà alle proprie responsabilità”.
Dopo aver risposto alla lettera di Bartomeu, Laporta parla della situazione finanziaria attuale del Barcellona e delle azioni messe in pratica per risolverla: “Alcuni calciatori stanno provvedendo a ridursi l’ingaggio. Ringrazio Piqué per questo, ha fatto sì che potessimo registrare altri giocatori. Jordi Alba ha ragione, non abbiamo contattato lui, ma il suo agente. Tutti coloro che accetteranno una riduzione dell’ingaggio, la cancellazione o la dilazione dei bonus, lo faranno per il club. La prima cosa che abbiamo dovuto fare è chiedere un prestito, perché altrimenti non avremmo potuto pagare gli stipendi. Abbiamo trovato una politica salariale completamente sbagliata: contratti molto lunghi ai veterani del club e molto brevi ai giovani. C’erano diversi lavori arretrati da fare al Camp Nou. Li abbiamo appena ultimati, ma se c’era una partita prima di oggi non potevamo giocarla, perché non potevamo mettere in pericolo i nostri tifosi. Le perdite economiche, già presentate in Liga, sono di 468 milioni e l’impatto COVID è di 91 milioni di euro. Tutte queste perdite ed un patrimonio netto negativo di 491 milioni di euro, ci hanno costretto a lavorare con i revisori dei conti. Il debito bancario è salito oltre i 600 milioni”.
Una situazione drammatica quella del Barcellona, ma Laporta mostra un filo di luce in fondo al tunnel: “Abbiamo appena ottenuto 560 milioni per ristrutturare il debito, con interessi dell’1,9 per cento e questa è una buona notizia – ha detto Laporta – Abbiamo 17 investitori interessati ai Barça Studios. Abbiamo già 5 proposte per il main sponsor. Proprio come vedo il team motivato a mostrare il suo valore, anche nel team di gestione. Abbiamo presentato un piano strategico che i partner creeranno”.
Piano di ricostruzione che prevede, ed ha già affrontato, dei grossi sacrifici, come quello di Leo Messi: “Adesso nasce una nuova era ed i giocatori sono più motivati che mai. Grazie anche al sacrificio che abbiamo dovuto fare con il calciatore più forte di sempre nella storia del Barcellona, tra due anni il bilancio del club sarà sano. Lasciare andare Messi è stato necessario perché il Barcellona è al di sopra di tutto, avremmo voluto offrirgli un rinnovo di due anni, ma ciò non è stato possibile. Saremo sempre grati a Leo e sono contento di averlo visto felice. Se La Liga fosse stata più flessibile, avremmo proseguito con Messi. Capisco che non è facile per i tifosi vederlo giocare in una squadra concorrente, ma abbiamo fatto tutto il possibile”.
Infine Laporta ha parlato del calciomercato e di come questo possa influire sui conti della società: “Con la regola dell’1-4, se incassassimo 100 milioni potremmo reinvestirne soltanto 25. Con l’accordo CVC alcune squadre avranno denaro da spendere. Vediamo, il mercato non chiude fino al 31 agosto, ma se giocatori come Pjanic, Umtiti e Coutinho non sono stati convocati è stato esclusivamente per scelta tecnica. Non c’entra il mercato: la logica, altrimenti, sarebbe quella di farli giocare per metterli in mostra”.