L’album dei ricordi di Italia-Inghilterra a Wembley: da Capello a Pazzini, passando per Zola
Italia e Inghilterra. Domenica a Wembley saranno loro a contendersi la palma di miglior Nazionale d’Europa in una finale tutta da vivere. Due squadre ricostruite dai rispettivi commissari tecnici, sia pure con tempi diversi. Roberto Mancini ha letteralmente ricostruito una Nazionale italiana uscita con le ossa rotte dalla mancata qualificazione al Mondiale russo del 2018, mentre Gareth Southgate ha iniziato a lavorare un anno e mezzo prima del suo collega portando la Nazionale inglese a conquistare un ottimo quarto posto proprio nella rassegna iridata di tre anni fa. Aprire l’album dei ricordi, stavolta, è un’impresa ardua, visti i tanti precedenti tra le due squadre tra partite ufficiali e amichevoli. E allora, per non annoiare chi legge, può essere comodo ripercorrere tre precedenti tra i più famosi giocati proprio nell’impianto di Wembley.
14 NOVEMBRE 1973 – AMICHEVOLE: INGHILTERRA-ITALIA 0-1 (86’ Capello)
Nell’autunno del 1973 Inghilterra e Italia hanno in comune il fatto di essere state battute dal Brasile nel precedente Mondiale messicano e l’essere agli sgoccioli delle rispettive gestioni tecniche. Da una parte Alf Ramsey, il C.T. campione del mondo in patria nel 1966, si prepara a uscire di scena dopo la mancata qualificazione al Mondiale tedesco del 1974. Dall’altra Ferruccio Valcareggi si prepara a cedere il testimone al duo Fulvio Bernardini-Enzo Bearzot dopo l’eliminazione al primo turno dalla rassegna in terra teutonica. La sera del 14 novembre, però, le due squadre si fronteggiano nel glorioso stadio di Wembley in un’amichevole di lusso. Gli azzurri, mai vittoriosi in terra inglese, sognano il colpaccio e Valcareggi si affida ai seguenti undici: Zoff, Spinosi, Facchetti, Benetti, Bellugi, Burgnich, Causio, Capello, Chinaglia, Rivera, Riva. Gli inglesi, come da copione, tentano di sfondare il muro azzurro, ma Zoff risponde da par suo con l’aiuto di una difesa guidata magistralmente da capitan Facchetti. Nel finale di gara agli azzurri riesce il colpaccio. È il minuto 41 della ripresa quando Chinaglia va via sulla destra e mette al centro un pallone velenoso che Shilton respinge sui piedi di Capello, cui riesce il più semplice dei tap-in. 39 anni dopo l’impresa sfiorata dagli “eroi di Highbury” l’Italia ottiene il primo successo in terra inglese. E qualcuno provi ancora a dire che in fondo era solo una partita amichevole.
12 FEBBRAIO 1997 – QUALIFICAZIONI MONDIALI, 3a GIORNATA: INGHILTERRA-ITALIA 0-1 (19’ Zola)
Anche nell’inverno del 1997 Inghilterra e Italia hanno in comune l’essere state sconfitte nel precedente Europeo, giocato proprio in terra britannica, dalla squadra che poi lo avrebbe vinto, ossia la Germania. L’Italia di Sacchi è uscita ai gironi pareggiando per 0-0 l’ultima partita proprio contro i teutonici, che in semifinale hanno eliminato proprio gli inglesi padroni di casa battendoli ai rigori. Nel frattempo, però, le due squadre si ritrovano a far parte dello stesso girone di qualificazione per i successivi Mondiali, in programma in Francia. L’Italia, per di più, si ritrova a dover cambiare C.T. avvicendando Sacchi con Cesare Maldini, reduce da due trionfi europei alla guida dell’Under 21. Il 12 febbraio del 1997 è in programma a Wembley lo scontro diretto tra le due grandi favorite per il primo posto, che significa qualificazione diretta al Mondiale senza dover passare per lo spareggio. Maldini si affida ai seguenti undici: Peruzzi; Costacurta, Ferrara, Cannavaro, P. Maldini; Di Livio, Albertini, D. Baggio, Di Matteo; Zola, Casiraghi. Per Zola e Di Matteo la partita ha il sapore del derby, dato che entrambi militano nel Chelsea, dove meno di un anno più tardi li raggiungerà anche Casiraghi. Al 19’ proprio Zola sblocca il risultato agganciando il pallone lanciato da Costacurta e spedendolo alle spalle dell’estremo difensore inglese Walker. Nella ripresa i padroni di casa si lanciano all’assalto dell’area avversaria, ma ad Angelo Peruzzi riesce ciò che era riuscito 24 anni prima a Dino Zoff e il risultato non cambia più. E così arriva anche il primo successo azzurro a Wembley in partite ufficiali. Un successo che però non basterà all’Italia per vincere il girone di qualificazione. Occorrerà lo spareggio contro la Russia, che oltre al lasciapassare per la Francia regalerà alla Nazionale azzurra il debutto di un giovane e promettente portiere di nome Gianluigi Buffon. Ma questa è un’altra storia.
24 MARZO 2007 – AMICHEVOLE: INGHILTERRA UNDER 21-ITALIA UNDER 21 3-3 (1’ Pazzini, 31’ Bentley, 52’ Routledge, 53’ Pazzini, 59’ Derbyshire, 67’ Pazzini)
Giunto a questo punto, chi legge potrebbe chiedersi “E ora che c’entra l’Under 21?”. Domanda lecita, ci mancherebbe. Tocca allora fare una premessa. Nel 2000 lo stadio di Wembley chiude temporaneamente i battenti a causa di lavori di ristrutturazione. Li riaprirà sette anni dopo e la Federazione inglese deciderà di organizzare un’amichevole tra la propria selezione Under 21 e i pari età italiani. Sulla panchina degli azzurrini siede da meno di un anno Pierluigi Casiraghi, che ha raccolto il testimone da Claudio Gentile. Il capitano della squadra è Giorgio Chiellini, che non è un omonimo del calciatore che domenica indosserà la fascia di capitano nella finalissima di Euro 2020. Il commissario tecnico si affida ai seguenti undici: Curci; Potenza, Andreolli, Mantovani, Chiellini; Montolivo, Nocerino, Padoin; Rosina; Pazzini, G. Rossi. Dopo meno di un minuto l’Italia passa in vantaggio grazie a Pazzini, il cui tiro leggermente deviato da un difensore inglese non dà scampo al portiere Camp. Una rete storica, essendo la prima mai segnata nel nuovo Wembley. Alla mezz’ora gli inglesi pareggiano con una splendida punizione di Bentley. Nella ripresa le emozioni vanno di pari passo con i gol. Al 7’ una deviazione sfortunata di Chiellini permette a Routledge di battere Curci da posizione defilata, ma un minuto più tardi Pazzini pareggia i conti al volo su assist di Mantovani. Poco prima dell’ora di gioco è Derbyshire a riportare in vantaggio gli inglesi sugli sviluppi di una conclusione di Milner, ma poco più tardi è ancora Pazzini a siglare la sua tripletta prima di abbandonare il terreno di gioco salutato da una meritatissima standing ovation. Un debutto sicuramente non noioso per il nuovo impianto di Wembley.
Quello stesso impianto, domenica, incoronerà la vincitrice di Euro 2020. Gli inglesi di Southgate sognano la replica del successo mondiale del 1966, mentre gli azzurri di Mancini sognano un trionfo che sarebbe il giusto coronamento di un Europeo vissuto da protagonisti. Al campo, come sempre, l’ardua sentenza.