In occasione del meeting nazionale dell’IAFA (Italian Association of Football Agent) tenutosi oggi a Roma, ha preso parola Rafaela Pimenta, che verrà nominata nuovo Presidente dell’Associazione. L’agente che ha preso il controllo dell’agenzia di Mino Raiola, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito ai temi attuali del calcio. Le sue parole riportate da TMW.
“Oggi è una giornata con tanti ricordi, tanta memoria, è un grande onore essere qua. C’è un sapore dolce ma anche un sapore salto, fa pensare ancora di più al vuoto che ha lasciato Mino“.
“Prima di tutto l’obiettivo è quello di far passare un messaggio chiaro, su cosa facciamo. Il ruolo del procuratore non è troppo conosciuto, c’è una moda, una tendenza, del parlare sempre di soldi. C’è anche un po’ di malafede quando si parla di questo tipo di cose, c’è una tendenza al negativo perché quello che è eclatante vende sempre di più.
Quello che importa è il nostro ruolo, la nostra missione: siamo un pezzo importante di questo bellissimo gioco che è il calcio. Quando facciamo bene il nostro lavoro, possiamo aggiungere e portare qualcosa, essere un valore aggiunto sia che il nostro cliente sia un giocatore, sia che il nostro cliente sia un club”.
“In società dico sempre di giocare di squadra, ognuno ha il proprio ruolo come io ce l’avevo con Mino. Abbiamo iniziato questa avventura insieme 25 anni fa, piano piano abbiamo portato i nostri collaboratori in ufficio, ogni giorno, ma pure quelli che prestano servizio a distanza sono importanti. Senza il mio gruppo di lavoro io non sarei stata qua. Sono assolutamente dipendente da loro e mi auguro che anche loro siano dipendenti da me, stiamo facendo questa avventura insieme“.
“A livello personale la scomparsa di Mino mi trasmette saudade… E’ una mancanza, un buco enorme. A livello professionale siamo cresciuti insieme, io ho imparato tanto da lui e abbiamo costruito insieme questo profilo di lavoro. Quando l’ho conosciuto avevamo un ufficio piccolissimo, con due tavoli attaccati. Insieme abbiamo fatto un’avventura che è come una montagna russa, con alti e bassi e tanta intensità. Professionalmente ha lasciato quello che oggi è il nostro marchio, ovvero che noi siamo qua per i nostri giocatori“.
“Mino non partiva all’attacco, lui aveva le sue posizioni, le sue maniere di esprimersi… Lui credeva, come crediamo noi, che siamo parte di questa storia che è il calcio. Se siamo accettati, riconosciuti, possiamo fare solo il bene del calcio. Mino non voleva litigare, ma se ce n’era bisogno lo faceva. Noi siamo qua per chiedere di essere ascoltati, per spiegare cosa facciamo. Una volta avuta l’opportunità di spiegare, poi possiamo vedere cosa facciamo bene e cosa facciamo male. Qualcosa non è molto chiaro, del profilo di un procuratore“.
“Deve dirlo Pogba come si sente, ma non voglio parlare per lui. Ma secondo me mentalmente è assolutamente pronto, ha tanta voglia e tanta voglia di giocare. Fisicamente? Mi dicono tutti che anche lì va tutto bene, lo rivedremo in campo il prima possibile…“.
“Il Mondiale sempre un momento di sogno, di fantasia, per chi lo guarda e per chi lo gioca. Chi lo gioca lo fa per passione, vanno lì con voglia. Fisicamente è durissimo, lasciano la famiglia, dedicano tempo e lo fanno col cuore. E’ un momento che uno sogna da bambino.
Dobbiamo concentrarci su questo, soprattutto nel mio ruolo. Io penso ai ragazzi, al momento che stanno vivendo a livello di emozioni. Io per esempio con loro non parlo di mercato, siamo in un momento magico e non è giusto farlo. Chi la sorpresa fra i miei assistiti? Sorpresa non è la parola giusta… Penso che certi ragazzi che sono lì stanno facendo bene. Faccio i complimenti a Dumfries, a Mazraoui, a Xavi Simmons. Ma anche ad Areola e De Ligt… Essere lì vuol dire essere arrivato dove volevi essere, quindi siamo contenti”.