Un campo di terra, pieno di buche e privo di linee laterali. Due pali di legno. Una folla assiepata ai bordi del rettangolo, spesso in piedi. Intorno, una vegetazione tropicale.
Una scena che, nel continente africano, ricorrerà migliaia di volte al giorno. Spesso, in questi contesti, i calciatori neri, atleticamente devastanti, tecnicamente rivedibili e tatticamente migliorabili, trascorrono gran parte della fase adolescenziale e, anche se dotati di talento, sono pochi, pochissimi tra milioni, quelli che “ce la fanno”.
“Non dire addio ai sogni” di Gigi Riva e “Fuori casa” di Sebastian Abbott sono due bellissimi libri che raccontano le storie di chi ce l’ha fatta, chi è riuscito nell’impresa di stupire un osservatore di un club importante, di salire su un aereo e lasciare i propri affetti, i propri amici, la propria vita alla volta dell’Europa per calciare un pallone.
I più celebri giocatori africani che “ce l’hanno fatta” ad arrivare da noi sono un liberiano del Milan di fine anni ’90, un camerunense che ha vinto il Triplete 2010 con l’Inter di Mourinho, un egiziano che da Roma ha spiccato il volo verso Liverpool e verso la Champions.
George Weah, Samuel Eto’o e Mohamed “Momo” Salah sono stati i “tre moschettieri” della Serie A di quello che, da bambini, chiamavamo “il Continente Nero”. Ma come dimenticare le capriole dell’interista Oba Oba Martins, gli allunghi del reggino Mohamed Kallon, la solidità del marocchino Mehdi Benatia, la verve di Asamoah Gyan e la sregolatezza di Mbaye Niang?
Non tutti erano fondamentali nell’economia delle rispettive squadre, ma tutti davano il proprio sostanziale contributo alla causa. E il numero di giocatori africani nel nostro massimo campionato è in costante crescita: oggi sono intorno ai trenta i calciatori africani in Serie A al netto del calcio-mercato ai tempi del Covid, che potrebbe vedere la partenza del pezzo più pregiato, quel Kalidou Koulibaly per cui gli sceicchi di Manchester sponda City sono pronti a mettere pesantemente mano al portafogli.
Un’altra curiosità: all’8 settembre, dopo la retrocessione della Spal e del suo portiere Demba Thiam Ngagne nessuna delle squadre di serie A ha in rosa un portiere proveniente da questo continente. Seppur limitati da questa lacuna, essendo quasi tempo di aste fantacalcistiche, proviamo a buttar giù una potenziale “fanta-formazione africana”, offensivamente propositiva.
Ecco gli 11 (anzi, i 10): ****, Hakimi, Nkoulou, Fares, Kessie, Amrabat, Diawara, Bennacer, Barrow, Osimhen, Kouame.
E pronti a subentrare, tra gli altri: Bastos, Ola Aina, Colley, Troost Ekong, Ghoulam, Moses, Bourabia, Juwara, Ounas, Kargbo, Simy, Gervinho.
E la tua formazione, quale sarebbe?