La ricetta di Gravina: “Riforme se disposti a fare un passo indietro”

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Il presidente della FIGC Gravina indica la strada per risollevare il calcio italiano. Dopo gli ultimi deludenti risultati servono riforme per tornare a essere competitivi in tutti i campi.

Il nuovo corso della Nazionale è iniziato. Ci si aspettava sicuramente qualcosa di diverso, ma l’Italia ha abbandonato la gestione Mancini, finito in Arabia Saudita, e ha cominciato il percorso con Luciano Spalletti. L’1-1 con la Macedonia è stato deludente e servirà di più domani sera a San Siro contro l’Ucraina. Gli azzurri hanno bisogno di un successo per rimettersi in carreggiata ed evitare un’altra beffa verso Euro 2024 – anche se almeno i playoff, grazie all’accesso alla final four di Nations League, sono garantiti. Nazionale da risollevare ma anche tutto il movimento calcistico italiano, con una crisi che ormai dura da molto tempo – al di là delle illusioni delle tre finali europee della scorsa stagione, tutte perse. E chi è chiamato a intervenire energicamente è il presidente della FIGC Gabriele Gravina.

FIGC, Gravina è sicuro: “C’è bisogno di una visione di insieme”

(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Niente individualismi ma solo il bene comune come obiettivo principale. Questo è il pensiero di Gravina, in merito alle prossime mosse da attuare in tema di riforme. “Tutti quelli che hanno responsabilità nel mondo del calcio devono essere pronti a fare un passo indietro” ha detto il presidente della FIGC ospite a Milanello, dove l’Italia prepara la sfida all’Ucraina. “Un passo indietro per farne 10 avanti. Lo ripeto da 5 anni ma tutti i tentativi sono falliti per la mancanza di volontà delle componenti. Antepongono i propri interessi al posto di privilegiare una visione di insieme”.

La posizione di Balata

Gravina ha legato il suo discorso a quello di Mauro Balata. Il presidente della Lega Serie B in mattinata aveva dichiarato all’Ansa: “La ricchezza dei singoli club passa attraverso la competitività e l’attrattività dei rispettivi campionati. Il calcio italiano ha bisogno di riforme”.