La Premier League ha posto il veto alla cessione del Newcastle
Da semplice acquisizione di un club di calcio a vero e proprio caso internazionale. Questo è stato il percorso della cessione del Newcastle. Una storia già lunga e complessa, ulteriormente complicata dal comunicato emesso ieri dal club bianconero.
“Il Newcastle United può confermare che la Premier League ha rifiutato un’offerta pubblica di acquisto fatta da PCP Capital Partners, Reuben Brothers e dal Fondo Sovrano dell’Arabia Saudita (PIF) sulla base del suo test per proprietari e dirigenza. Questa conclusione è stata raggiunta nonostante il club abbia fornito alla Premier League prove schiaccianti e opinioni legali che il PIF sia indipendente e autonomo dal governo dell’Arabia Saudita. Il club e i suoi proprietari non considerano che la Premier League e il suo CEO, Richard Masters, abbiano agito in modo appropriato in relazione a questo aspetto, e prenderanno in considerazione tutte le opzioni pertinenti a loro disposizione.“
Ma come si è arrivati a questo punto? Facciamo qualche passo indietro.
L’offerta e le polemiche
Mike Ashley, contestatissimo proprietario del Newcastle dal 2007, a inizio 2020 riceve la succitata proposta di acquisto per il club. Regista dell’operazione è Amanda Staveley, donna d’affari inglese dietro PCP Capital Partners, ma i soldi sono quasi tutti del PIF. L’offerta è decisamente allettante: quasi 400 milioni per un club dalle grandi potenzialità, ma da tempo relegato all’anonimato.
L’operazione, tuttavia, riceve subito durissime critiche, finendo al centro di un gran polverone mediatico sull’opportunità politica dell’ingresso dei sauditi in Premier League. A premere perché l’affare non si faccia è innanzitutto Amnesty International, che sottolinea le violazioni dei diritti umani commesse dall’Arabia Saudita e dal principe Mohammad bin Salman.
Felix Jakens, responsabile per il Regno Unito dell’ONG, afferma che “l’Arabia Saudita sta cercando di usare e il prestigio della Premier League per distrarre dalle violazioni dei diritti umani nel Paese. Sotto Mohammad bin Salman, i difensori dei diritti umani sauditi sono stati sottoposti a una brutale repressione. C’è stata una palese imbiancatura sull’omicidio Khashoggi, e la coalizione militare a guida saudita ha un vergognoso primato nel lancio di attacchi indiscriminati sui civili in Yemen. Anche se non tocca a noi dire chi dovrebbe possedere il Newcastle, la Premier League vorrà stabilire che i nuovi proprietari del club soddisfino i parametri della Lega.”
In secondo luogo, a ostacolare la cessione del Newcastle c’è un contenzioso tra Arabia Saudita e Qatar, che hanno interrotto le relazioni diplomatiche nel 2017. Brevemente: il secondo accusa la prima di sostenere beoutQ, un canale che “pirata” beIN Sports, titolare dei diritti tv della Premier League. In Inghilterra la tensione è altissima. Diversi club chiedono alla Premier League di fare chiarezza sulla cessione del Newcastle e i rapporti tra PIF e Arabia Saudita. A fine maggio, però, la Premier League dà il via libera all’affare.
Il dietrofront della Premier League
A luglio, Richard Masters compare davanti al Comitato per il Digitale, la Cultura, i Media e lo Sport della Camera dei Comuni britannica. Sul tavolo c’è proprio il caso del Newcastle. Il Comitato chiede come mai la Premier League abbia approvato l’operazione, conoscendo la reputazione di Bin Salman e sapendo che il WTO ha dimostrato la complicità tra Arabia Saudita e beoutQ. Masters risponde evasivamente. Dice che la trattativa è riservata, ma sottolinea l’impegno dell’organizzazione sul contrasto alla pirateria. Chiude augurandosi che l’operazione si concluda “a breve“, e negando qualsiasi tipo di pressione per la sua approvazione.
A fine luglio, però, ecco il colpo di scena. PCP, Reuben Brothers e PIF comunicano la decisione di ritirarsi dall’operazione: “Siamo giunti alla decisione di ritirarci dall’acquisizione del Newcastle. Lo facciamo con rammarico, poiché eravamo entusiasti e impegnati a investire nella città e riportare il club dove merita. L’accordo con la proprietà del club è saltato, e il nostro piano di investimento non poteva essere sostenuto senza chiarezza sulle circostanze in cui inizierà la prossima stagione.”
Dietro il ritiro dei potenziali acquirenti pare esserci la richiesta della Premier League di chiarimenti sull’organigramma del club e, soprattutto, sui rapporti con l’Arabia Saudita. Pare anche che i chiarimenti richiesti non siano mai arrivati, e che dunque la Premier League abbia deciso di porre il veto all’operazione. Ma l’organizzazione del campionato inglese si rifiuta di commentare.
Un futuro tutto da scrivere
Di sicuro è una doccia gelata per i tifosi del Newcastle, che già sognavano, in un colpo solo, l’addio di Ashley e una serie di colpi in panchina e in campo, suggestionati da rumors su Allegri, Pochettino, Griezmann e addirittura Cristiano Ronaldo. Ma è un problema anche per Mike Ashley, che ha visto sfumare la possibilità di incassare 340 milioni e defilarsi dal club. Il fondatore di Sports Direct, però, non ci sta. Non accetta l’improvvisa retromarcia della Premier League e, un mese dopo il ritiro dell’offerta per il Newcastle, decide dunque di uscire allo scoperto, minacciando le vie legali contro la lega. E così, nonostante sia saltata, la storia della cessione del Newcastle si arricchisce di un nuovo capitolo e, forse, di una nuova svolta.