La Lazio di Marco Baroni non è più una sorpresa
L’importantissima vittoria contro il Cagliari di ieri sera ha inserito i biancocelesti nel gruppone delle inseguitrici alla vetta occupata dal Napoli in campionato. 22 punti dopo undici giornate e un secondo posto (condiviso con Atalanta e Fiorentina), che certificano la crescita tecnica della Lazio e il grande lavoro svolto dall’allenatore Marco Baroni.
Dopo i tumulti estivi di calciomercato e una sessione che ha privato la Lazio di alcuni giocatori chiave del recente passato come Ciro Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson (da unire all’addio nella passata stagione di Milinkovic-Savic), non molti potevano scommettere sui biancocelesti protagonisti di questa Serie A.
La Lazio vola. Il nuovo corso biancocelesti ha portato idee e freschezza offensiva. Una squadra bella da vedere e con un gioco efficace
Un’estate complicata non solo sul mercato, che sulla carta non ha portato grossi nomi e che aveva fatto agitare non poco il tifo biancoceleste che si è unito soprattutto contro il presidente Claudio Lotito, accusato di non avere ambizione nel voler fare il bene della squadra. Anche l’accoglienza al neo allenatore Marco Baroni (alla prima vera esperienza in una big dopo una carriera nelle medio piccole) non era stata delle migliori e soprattutto era stata certificata come perfetta sintesi del ridimensionamento laziale dopo gli addii burrascosi di Maurizio Sarri prima e di Igor Tudor successivamente.
Poi però c’è il campo e va detto un mercato magari non di grossi calibri, ma che ha portato elementi nuovi in un organico e in un ambiente che forse aveva bisogno di togliersi un po’ di polvere e qualche ingombranza precedente. Oltre al riscatto di Guendouzi, sono arrivati per il reparto offensivo Loum Thcaouna, Tijjani Noslin e Boulaye Dia, a centrocampo Fisayo Dele-Bashiru e Gaetano Castrovilli (a parametro zero) e in difesa il centrale Samuel Gigot e il terzino sinistro Nuno Tavares, in prestito dall’Arsenal.
Manovra veloce, verticalità, talento e cinismo. La nuova Lazio di Baroni convince
E il campo ha risposto in maniera ottima, con una Lazio rivoluzionata negli interpreti ma che grazie al grandissimo lavoro di Marco Baroni ha ritrovato anche certezze negli elementi che c’erano già, con il tecnico laziale che ha avuto il merito di saper rilanciare in maniera decisiva alcuni giocatori che andavano rivitalizzati. come i difensori Mario Gila e Patric, un Nicolò Rovella che sta determinando in maniera grandiosa a centrocampo assieme ad uno stabilissimo Guendouzi e ad un attacco che ha cambiato volto e fisionomia.
Con Baroni che ha ridisegnato la Lazio con un 4-2-3-1 super offensivo e affidandosi ad un poker di attaccanti di grande livello tra neo arrivi come Dia, in una nuova veste da trequartista e il responsabilizzare chi già c’era come un Mattia Zaccagni diventato capitano, il rilancio di un talento giovane come Isaksen e l’investitura a nuovo Ciro Immobile per Taty Castellanos, che nella scorsa stagione ha trovato poco spazio come riserva dell’attaccante italiano.
La Lazio è bella da vedere e ha trovato una sua precisa identità di gioco molto propositiva e efficace. Una squadra che ama aggrredire alto e riconquistare palla in zona pericolosa, e che in fase di possesso ha molte alternative per andare in gol. La Lazio è una squadra estremamente verticale, e cerca spesso la profondità dei suoi rapidi attaccanti che possono sorprendere le difese avevrsarie con le loro corse in campo aperto. Ma molto passa anche a una manovra fluida che si finalizza nell’abilità individuale degli elementi d’attacco, che possono sia combinare tra di loro in scambi stretti (come capita negli interscambi di posizione tra Dia e Castellanos) e sia nei duelli uno contro uno affidati al talento in dribbling nelle ali.
Il “fattore” Nuno Tavares e un centrocampo affiatato e dinamico.
I biancocelesti girano alla grande dalla cintola in sù, con Baroni che ha affidato le chiavi di mediana alla coppia di centrocampisti composta da Rovella e Guendouzi e che rappresentano il motore della Lazio. Un mix di tecnica, corsa e intelligenza tattica che permette di reggere una squadra come detto molto offensiva con quattro attaccanti di ruolo nel reparto avanzato e che dalla panchina può contare sull’esperienza di un giocatore come Pedro, calatosi nella nuova veste di comprimario.
E il tanto vituperato mercato ha portato quello che al momento si sta forse rivelando uno degli acquisti migliori del campionato come Nuno Tavares. Il terzino sinistro portoghese è attualmente il miglior assist man della Serie A con 8 passaggi vincenti in 8 partite, e la sua potenza atletica e velocità in fascia si stanno rivelando una sorta di schema aggiuntivo al gioco d’attacco di Baroni. La Lazio gioca bene, cerca di dominare le partite ma è abile anche nel sfruttare gli errori degli avversari ed è letale nelle ripartenze (in questa dimanima i biancocelesti sono associabili al Milan, con cui ci sono punti in comune) e quando non domina, è cinica nel sfruttare le occasioni come visto ieri sera contro il Cagliari o contro il Como, partita difficile poi terminata in goleada.
La difesa e i risultati nei big match i punti da migliorare per Baroni e la Lazio
C’è ancora da crescere e da migliorare soprattutto in una difesa che qualcosa concede sempre e che in undici giornate di campionato ha tenuto la porta chiusa solo una volta (nel 3-0 contro il Genoa) e che per struttura offensiva deve comunque tenere un alto ritmo per non aprirsi e concdere spazi agli avversari. La classifica sorride e la Lazio ha smentito molti, e il prossimo step di crescita potrebbe essere quello di alzare il livello nelle grandi sfide con le altre big dove finora contro Milan, Fiorentina e Juventus sono arrivati un pareggio e due sconfitte.