Dalla tarda serata di martedì, ossia da quando la Juventus ha rimediato contro il Porto la seconda eliminazione consecutiva agli ottavi di finale in Champions League, il tifo bianconero si interroga sulle ragioni di una “doppietta” tutt’altro che invidiabile e onorevole. Le due prove abuliche di Cristiano Ronaldo contro i connazionali ha poi avuto come conseguenza immediata l’interrogativo seguente: “Ma non è che il problema della Juventus è propio CR7?”.
Sgomberiamo il campo dagli equivoci: mettere in discussione il valore e la storia di uno dei due calciatori più forti del mondo è follia, se non peggio. Al tempo stesso, però, è innegabile che il rendimento in campo dell’astro portoghese sia stato lontano anni luce da quello dei giorni migliori. Ma chi identifica in Ronaldo la causa primigenia di un triennio europeo al di sotto delle aspettative per la Juventus commette il più marchiano degli errori: perdere di vista l’evoluzione del contesto in tale lasso di tempo.
Quando Cristiano Ronaldo atterra a Torino nell’estate del 2018 la Juventus è reduce da uno scudetto vinto dopo un lungo testa a testa contro il Napoli e dalla quarta Coppa Italia consecutiva vinta. La stagione appena conclusa, però, ha messo sul tavolo alcune questioni relative alla rosa. Il centrocampo e la batteria dei terzini, ad esempio, necessitano di interventi sul mercato ben più mirati. Problemi che si riproporranno anche nelle due estati successive, in misura sempre maggiore. Tra scelte di mercato sbagliate e operazioni discutibili, la permanenza di CR7 in bianconero non è coincisa con un rafforzamento adeguato del resto dell’organico. Il portoghese, del resto, ha vinto per tre stagioni consecutive la Champions League con il Real Madrid potendo contare su un centrocampo di primo ordine con Kroos, Casemiro e Modric, su partner come Benzema e uno tra Isco e Bale. Per non parlare della solidità di Sergio Ramos e Varane in difesa o delle scorribande di Carvajal e Marcelo sulle fasce.
Ecco perché pensare che il problema della Juventus sia Cristiano Ronaldo è sbagliato. E non basta l’amarezza per una stagione al di sotto delle aspettative per giustificare una simile tesi semplicistica.
Piccola nota a margine: nelle righe precedenti non è citato nessuno dei tre allenatori avvicendatisi sulla panchina della Juventus nell’ultimo triennio. Coincidenza? A chi legge l’ardua sentenza.