Non è facile essere un giocatore di calcio nei tempi moderni. La considerazione non riguarda prettamente l’aspetto relativo alle prestazioni in campo, bensì, quello che accade attorno al rettangolo verde. Nel palcoscenico attuale, il vortice mediatico che avvolge i professionisti del pallone, può rappresentare una delle insidie maggiormente complicate da gestire. Con l’avvento dei social, delle telecamere negli spogliatoi, del reality show del football, la figura del calciatore non riguarda più solamente lo sport. Esso, oramai, diviene veicolo di messaggi significativi che, inevitabilmente, possono condizionare il pensiero di milioni di appassionati. La sensibilità sui temi sociali, così come lo spessore umano, fanno parte del talento, tanto quanto le giocate nobili che, da sempre, emozionano i fan. Più che mai in un contesto come quello attuale, dove il Covid ha dato il via ad una difficilissima partita, dove ognuno ha il proprio ruolo in campo. Proprio in questo senso, non si può che elogiare le recenti dichiarazioni di Manuel Locatelli, valevoli quanto una giocata da campione vero.
Ai microfoni di Radio Rai, a margine dell’impegno contro la Nazionale polacca, il centrocampista del Sassuolo ha voluto prendere posizione sul tema della scuola, falcidiato dall’emergenza sanitaria, con continui cambi di direzione di stampo nazionale e regionale che, inevitabilmente, stanno mettendo a dura prova la solidità di un percorso cruciale, per la formazione intellettuale e morale di un adolescente. Locatelli ha dichiarato: “Penso che lo studio sia molto importante. Non voglio dire frasi fatte, ma nella vita non si può mai sapere cosa può accadere. I ragazzi devono investire sullo studio e sulla loro testa. Credo sia normale che trovino delle difficoltà, ma tutti le stiamo trovando. Tutti devono fare sacrifici. La cosa giusta è fare didattica a distanza, bisogna trovare la forza di riuscire a farla senza lamentarsi troppo”.
Valutazioni precostituite. La solita demagogia dei vip. Il falso perbenismo. Chi vuole sminuire il senso di tale messaggio, può trovare ogni genere di appiglio, perché si sa: le parole sono musica e non è detto che tutti vogliano ascoltarla. La verità è che, come asseriva Freud, le parole sono “il mezzo generale con cui gli uomini si influenzano reciprocamente”. Che dire poi se, tali parole, arrivano da un professionista che, con un semplice click sui propri social, può monopolizzare le conversazioni quotidiane di un’immensa quantità di giovani. Occorre ribadirlo: le parole sono musica. Resta sempre da vedere come viene suonata.
Locatelli non è un professionista qualsiasi. Non perché sia cresciuto nel Milan e si sia reso celebre con un gol alla Juventus a 18 anni. Non perché gioca nella Nazionale italiana e, le voci di mercato, non fanno che accostarlo ai grandi club. Locatelli è un ragazzo di appena 22 anni e, probabilmente, il sapore della didattica scolastica lo percepisce ancora. Così come percepisce l’ardore di un adolescente. Quella scintilla sognatrice, ambiziosa, spavalda, che solo la giovane età può dare. Una fiamma così forte da illuminare l’avvenire, oppure bruciare sé stessi se non gestita con giusto raziocinio. Locatelli lo sa e, il suo intervento in merito non è per nulla banale né costruito.
Perché essere giovani è bello, anzi stupendo. Ma la gioventù è un’attitudine, non un’attenuante. E se andare contro le regole può far avvertire il brivido della ribellione, può anche distruggere quanto di buono ci sia dentro di sé, oltre alla gioventù stessa. Ci deve aver pensato a lungo Locatelli che, dato il suo talento, è dovuto diventare uomo molto presto. Lui che ha sperimentato su di sé le grazie della fama, seguite dalla crudeltà della platea quando si sbaglia. Che ha colto il senso del suo ruolo, e in questo caso non il regista in coppia con Maxime Lopez. Lui che, da uomo, ha saputo ringraziare chi lo ha trasformato e ora, vuole far sentire la sua voce a chi, forse, non ha capito il peso importante della propria. Una responsabilità forte che Locatelli ha saputo sfruttare al meglio. Una palla invitante che Locatelli ha saputo gestire, con una giocata da vero campione, da vero professionista. Da vero uomo.