La Fiorentina e i centravanti: troppi e senza risultati
La Fiorentina sta vivendo un inizio di stagione pessimo e un simbolo di questo stato è la situazione dei centravanti. Sia con Iachini che con Prandelli nessuno tra Vlahovic, Kouamè e Cutrone ha avuto stabilità dal primo minuto e soprattutto capacità di realizzazione. La Fiorentina ha il quinto peggiore attacco della Serie A con 11 gol fatti, di questi solo due sono stati segnati dai centravanti (Vlahovic e Kouamè). Gli altri 9 sono arrivati, eccetto l’unico dell’ex Chiesa, 4 dalla difesa e 4 da Castrovilli.
Il rendimento del reparto offensivo è il principale problema della Fiorentina. Ribery e Callejon non stanno offrendo prestazioni sufficienti e quindi la pericolosità delle azioni ne risente. Gli attaccanti non sfruttano le poche occasioni avute e nemmeno i cross di Biraghi che sono alcune delle cose che si salvano al momento. Prandelli al suo arrivo ha cambiato modulo passando ad un 433 che riporta molti giocatori al loro ruolo preferito, ma la situazione non è cambiata. Già in estate, infatti, si parlava di intervenire sul centrale d’attacco, si fece il nome di Milik, ma il mantenimento di tre centravanti di qualità simile e per un solo posto ha portato solo confusione.
Dusan Vlahovic sembrava l’attaccante emergente dello scorso campionato. Quest’anno, dopo il clamoroso errore contro l’Inter, si è sbloccato contro la Sampdoria, ma poi ha seguito il crollo verticale della squadra rimanendo fermo a quota 1. Stessa sorte per Christian Kouamè, prelevato lo scorso anno dal Genoa, era partito bene con il gol contro l’Inter. Il dualismo con il serbo e gli spezzoni di partità gli hanno impedito di avere continuità. Alla fine anche lui è sparito. Chi proprio non si è mai ambientato è Patrick Cutrone. L’anno scorso fece solo 4 gol nel girone di ritorno, quest’anno gioca sempre molto poco sebbene scenda in campo in tutte le partite. Zero gol per lui e un’esperienza che sembra ormai agli sgoccioli.
La Fiorentina se vuole uscire dal fango della zona retrocessione deve necessariamente tornare a segnare con continuità. Sembra questo, infatti, l’unico modo per vincere le partite e per ridare luce a giocatori di qualità che sembrano essersi spenti.