La FIFA prepara la rivoluzione per gli agenti dei calciatori

La FIFA prepara la rivoluzione per gli agenti dei calciatori

La FIFA si prepara ad attuare una serie di regolamenti il cui obiettivo è limitare il ruolo degli agenti dei calciatori. Lo riporta oggi il sito Off the pitch, spiegando come il progetto sia una sorta di “resa dei conti” tra il massimo organo calcistico e alcuni degli intermediari più influenti nel mondo del calcio. Nei piani della FIFA, il nuovo quadro normativo dovrebbe essere pronto entro marzo 2021, e gli agenti saranno tenuti ad aderire entro gennaio 2022.

La riforma

Nello specifico, la FIFA sarebbe intenzionata a porre un tetto alle commissioni che gli agenti dei calciatori incassano per ogni trasferimento. A settembre dello scorso anno, il FIFA Stakeholders Committee ha raccomandato un massimo del 10% su qualsiasi trasferimento per gli intermediari dei club venditori, e del 3% dell’ingaggio percepito dai calciatori per gli agenti loro e dei club che li acquistano. L’organo di governo del calcio mondiale si incontrerà presto con tutte le parti in causa per discutere le nuove regole. Che, afferma la FIFA, sono parte “della riforma del sistema di trasferimenti. Lo sviluppo del nuovo quadro normativo per gli agenti è in corso, e si basa sui principi stabiliti lo scorso settembre.

La FIFA intende inoltre mettere mano anche alla rappresentanza multipla, una pratica “estremamente comune” ma che “ha un impatto negativo sia sulla reputazione che sugli obiettivi di fondo del sistema di trasferimenti, e pertanto sarà affrontata attraverso il nuovo quadro normativo.

I problemi del settore

La FIFA sostiene inoltre di aver individuato, in seguito della deregolamentazione del settore nel 2015, “un significativo comportamento abusivo ed eccessivo da parte degli intermediari“. Per il massimo organo calcistico, “il mercato è guidato dalla speculazione e presenta significativi conflitti di interessi. Si nota uno sbilanciamento del potere di mercato, una protezione limitata dei giocatori, una diminuzione degli standard professionali e della qualità dei servizi forniti dagli agenti e una maggiore instabilità contrattuale.

La FIFA ha dichiarato infine che la creazione del nuovo quadro sarà allineata ad altre riforme. Su tutte, la creazione di un organo attraverso cui passeranno i pagamenti delle commissioni degli agenti. La FIFA sta poi incrementando gli sforzi nell’applicazione della normativa, introducendo “obblighi di segnalazione per migliorare i livelli di responsabilità a beneficio di tutte le parti interessante e scoraggiare pratiche di elusione delle regole di questo tipo.

Gli agenti non ci stanno

Difficile immaginare che gli agenti non si oppongano alla FIFA per una riforma che limita così pesantemente la loro influenza. Alcuni dei più potenti e in vista, d’altronde, hanno già minacciato di adire le vie legali. Tra questi ci sono Jorge Mendes, Mino Raiola (che ha paragonato la FIFA a un “dittatore comunista“), e Jonathan Barnett, che ha protestato in modo più sobrio. Volto forse meno noto in Italia, Barnett è il fondatore di Stellar Group, e, secondo Forbes, l’agente più ricco e potente al mondo. “Vogliamo equità. – ha dichiarato Barnett a gennaio – La FIFA dovrebbe riconoscerci e trattarci in modo corretto.

L’anno scorso i tre erano dietro una lettera, inviata a diverse associazioni calcistiche, in cui minacciavano azioni legali contro di esse, nel caso in cui non fossero riuscite a prevenire l’introduzione dei nuovi regolamenti per gli agenti.

Numeri da capogiro

Quello degli agenti e del ruolo sempre maggiore che giocano nell’attuale panorama calcistico è un tema controverso, anche per il giro d’affari che crea. Come riporta il sito, infatti, la spesa globale per gli intermediari nel 2019 ha toccato i 554 milioni di euro: il livello più alto mai raggiunto. I club che spendono di più sotto questo profilo sono quelli della Premier League, che solo nella scorsa stagione hanno pagato un totale di 356 milioni di euro agli agenti. Cifre che non possono certo lasciare indifferente la FIFA, specialmente in un momento storico come questo.