Koulibaly: “Vorrei invitare un razzista a casa mia”

Koulibaly: “Vorrei invitare un razzista a casa mia”

La UEFA scende in campo contro il razzismo. Sta riscuotendo molto successo il documentario Outraged, prodotto dal massimo organismo calcistico d’Europa per sensibilizzare i tifosi contro la discriminazione etnica e culturale. I personaggi pubblici si raccontano a cuore aperto davanti a una telecamera, raccontando le proprie esperienze in relazione a un fenomeno troppo diffuso ancora oggi, che va debellato con parole e fatti concreti. Tra i tanti volti noti c’è anche quello di Kalidou Koulibaly, che spesso nella sua vita privata e da calciatore ha dovuto fronteggiare l’ignoranza.

Il difensore del Napoli si è prestato a molte campagne di sensibilizzazione nel corso degli anni, specialmente da quando è in Italia e ha vissuto direttamente gli intollerabili comportamenti dei tifosi negli stadi. Uno dei fatti più eclatanti riguarda un Sampdoria-Napoli del 13 maggio 2018, quando l’arbitro Claudio  Gavillucci sospese l’incontro per cinque minuti a causa di cori razzisti provenienti dalla Gradinata Sud, il punto di riferimento della tifoseria blucerchiata. Il destinatario fu proprio Koulibaly, che fece presente al direttore di gara la gravità della situazione.

La riflessione di Koulibaly nel documentario Outraged

“Credo che il razzismo sia uno dei maggiori flagelli del calcio oggigiorno. Siamo tutti uguali in campo – ha detto Koulibaly – veniamo tutti da uno scenario differente. Mi piacerebbe invitare un razzista a stare uno o due giorni a casa mia per mostrargli chi sono veramente e quali problemi ha con le persone come me, perché io dal canto mio non ho problemi con nessuno”. Riflessione forte e toccante, che proviene dal cuore. Il senegalese ha colto l’occasione per far riecheggiare la propria voce sugli schermi di milioni di appassionati di calcio, facendo capire loro l’importanza di questa battaglia a livello sociale. Un monito chiaro, che non necessita di interpretazioni né spiegazioni: bisogna essere tutti uniti contro il razzismo, che sia dentro o fuori dal campo.