Juventus, un cantiere aperto
Scrivevamo ieri di come le scelte della dirigenza della Juventus in questi ultimi anni abbiano di fatto indebolito una corazzata capace di vincere nove scudetti di fila e di raggiungere per due volte la finale di Champions League. La nuova stagione non sembra iniziata nel migliore dei modi, e tutto fa pensare a un ridimensionamento, dalla scelta di un esordiente come allenatore ad alcune scelte di mercato. Ma la verità è che questa Juventus è un cantiere aperto, e serve tempo per vedere i frutti di questo nuovo ciclo.
Non si può vincere per sempre
È vero, la fine del ciclo può essere una scelta attribuibile alla dirigenza bianconera, che decidendo di sollevare Massimiliano Allegri chiudeva una delle pagine più vincenti della storia del club. Il suo sostituto Sarri non si è mai integrato davvero nell’ambiente juventino e dopo solo un anno ha dovuto far le valigie.
Da qui la scelta di puntare su qualcuno che quell’ambiente lo conosce benissimo, anche se non si è mai seduto su una panchina prima d’ora, come Andrea Pirlo. Una scommessa a basso costo ma anche ad alto rischio, e i risultati di questo inizio di stagione stanno lì a dimostrarlo.
Tuttavia, dar la colpa a Pirlo sarebbe alquanto ingeneroso. Non era infatti difficile prevedere che un tecnico alle prime armi avrebbe mostrato alle prime apparizioni la sua inesperienza. Aggiungendoci poi l’indisponibilità di Cristiano Ronaldo e le difficoltà della squadra ad adattarsi agli schemi del nuovo allenatore, il quadro è completo.
I proclami estivi su “Pirlolandia” erano pura e semplice propaganda: per il resto serve tempo, e pazienza.
La Juventus deve prendere atto che quest’anno non è lei la favorita per la vittoria dello scudetto.
Ci sono almeno tre-quattro squadre più attrezzate della Vecchia Signora: l’Inter, il Napoli, il Milan e forse anche l’Atalanta. Insomma, la Juventus questo scudetto può vincerlo, ma non parte certo in pole position.
Partendo da questo presupposto, un piazzamento diverso dal primo posto non sarebbe visto come un fallimento, bensì come un primo passo nel cammino verso la ricostruzione. L’esatto opposto degli anni scorsi, quando nemmeno la vittoria del campionato era sufficiente per essere confermati sulla panchina. Un errore di cui ora se ne pagano le conseguenze.
Un nuovo corso
La Juventus sta affrontando un percorso di forte ringiovanimento della rosa, il che necessita di una fase di transizione. La carriera dei vari Bonucci, Chiellini, Buffon e dello stesso Cristiano Ronaldo sta volgendo al termine, quindi bisogna dar spazio ai giovani: De Ligt, Demiral, Chiesa, McKennie, Kulusevski. Con questi giocatori non si può puntare a vincere tutto subito, o quantomeno non lo si può pretendere, ma si può tracciare la rotta. Ed è quello che Pirlo ha in mente da fare, integrando in prima squadra anche giocatori provenienti dall’Under 23 come Frabotta, Portanova e Vrioni.
Se a Pirlo verrà dato il tempo di portare avanti la sua idea di calcio, l’allenatore bresciano potrà dare molte soddisfazioni ai tifosi bianconeri. Ma ora la Juventus è un cantiere aperto, e Pirlo ha bisogno di almeno un anno, dovesse riuscirci in meno tempo ci troveremmo di fronte a un nuovo mago della panchina.
Viceversa, sarebbe meglio salutarsi subito e puntare sull’usato sicuro. D’altronde Allegri è ancora libero.