Un brutto stop contro l’Inter e la Juve si riscopre ‘normale’

Un brutto stop contro l’Inter e la Juve si riscopre ‘normale’

(Photo Federico Tardito / Insidefoto via Imago Images)

Una partita dura da mandar giù per la Juventus, uno stop inatteso. Perdere contro l’Inter era un’ipotesi assai plausibile, senz’altro, ma non così. Un duro stop che fa seguito a tanti alt. I bianconeri erano reduci da due vittorie, contro Milan e Sassuolo, che avevano riportato entusiasmo ma, a scorger con attenzione, avevano anche posto degli evidenti segnali d’allarme per il tecnico Andrea Pirlo. Segnali ignorati e contro l’Inter si affonda. I nerazzurri dominano, senza replica, senza dare speranza all’avversario e, in attesa della risposta del Milan per la vetta, mandano un chiaro segnale alla Juventus: “Il gap non c’è più”.

Segnali d’allarme ignorati

L’Inter vince sotto tutti i punti di vista: tecnico, tattico, mentale, atletico. Non vi è una sola ascia da spezzare, nei confronti dei bianconeri. L’Inter ha giocato come se, i nove scudetti consecutivi, li avesse vinti lei. La Juventus si è mostrata nella sua veste “normale”. Niente gap da colmare, niente superiorità di base. Come anticipato, i segnali d’allarme c’erano: nella gara contro il Milan, nella miglior serata di Federico Chiesa, contro i rossoneri privi di 7 giocatori e un centrocampo estemporaneo, ci è voluto il supporto della panchina.

La Juventus ha avuto la meglio grazie alle individualità dei suoi giocatori, contro una squadra che, negli ultimi 10 minuti, ha giocato con tre primavera e un partente (Andrea Conti, ndr). Contro il Sassuolo altro allarme. Solo una sciagurata entrata di Obiang ha spianato la strada ad una Juve che, in 11 contro 10, è riuscita a spuntarla a soli otto minuti dalla fine, incassando il momentaneo pareggio in superiorità numerica.

Classifica da migliorare

Lo stop della Juventus contro l’Inter è l’atto definitivo. Certamente la classifica, con 22 partite da giocare, non emette alcuna condanna ma, senz’altro, costringe i bianconeri all’accettazione di una momentanea inferiorità, rispetto alle due milanesi in vetta. Qualora il Milan vincesse stasera a Cagliari, i punti di distacco diventerebbero 10, in prospettiva 7 ipotizzando un successo nel recupero contro il Napoli. Troppi, con tutte le attenuanti di un allenatore esordiente, di un livello ridimensionato ma, nella serata di San Siro, si è avuta l’idea di un calo dal punto di vista delle convinzioni. L’Inter passa in vantaggio con Vidal e una reazione non c’è. In nessun momento della partita. Anzi. Al netto della prestazione, il 2-0 sembra anche stretto, per ciò che ha creato la banda di Conte. La Juve, adesso, è chiamata alla prima vera crisi del suo ciclo vincente. Ritrovare se stessi, posto che si sia ancora se stessi, cioè la schiacciasassi inarrestabile da nove campionati di fila. Allora ecco che, forse, per Pirlo arriva un lavoro ancora più complesso, vale a dire, reinventare. Tornare ad essere grandi, in una nuova veste, perché probabilmente quella della squadra invincibile non c’è più.