Una notizia shock ha scosso il mondo Juventus. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Al centro di tutto c’è Paul Pogba. Il centrocampista francese è risultato positivo ai controlli antidoping, nel suo organismo sarebbero state infatti rinvenute tracce di testosterone dopo le analisi prima della gara contro l’Udinese. Un vero è proprio incubo quello che sta vivendo il francese. Già reduce da anni davvero complessi sia dal punto di vista fisico, visiti i tantissimi infortuni, che da quello psicologico-personale.
Lo scarso rendimento avuto al Manchester United per via della tenuta fisica, seguito dalla morte dell’amico nonché agente Mino Raiola avevano già fortemente provato il giocatore. Poi è arrivata la chiamata della Juventus, una boccata d’aria fresca che solo un ritorno a casa può darti. Ma neanche in bianconero c’è stata pace per Pogba.
Poco dopo il suo ritorno in Italia, un infortunio al ginocchio e una terapia conservativa assai rivedibile, lo costringono ai box per l’intera stagione, perdendo così anche l’occasione di disputare il Mondiale in Qatar con la Francia. Nel periodo lontano dai campi, Pogba subisce un tentativo di estorsione da parte di un gruppo di persone “capeggiate” dal fratello, Mathias. Questo triste evento mette a dura prova il Polpo che pensa addirittura di lasciare il calcio. Il 10 della Juventus però non molla e decide di continuare e di far rimangiare tutte le critiche che gli haters hanno mosso nei suoi confronti. Almeno fino ad oggi, quando l’ennesimo brutto episodio si è abbattuto sul calciatore che ora potrebbe rischiare addirittura una squalifica di più anni.
Paul Pogba, a seguito della positività riscontrata al testosterone, si ritrova ad avere tre giorni di tempo per richiedere le controanalisi. Nel frattempo il centrocampista della Juventus sarà sospeso in via cautelare. Qualora la positività sarà confermata, sarà il tribunale nazionale antidoping a giudicare la vicenda. La squalifica in cui potrebbe incorrere Pogba va fino ad un massimo di due anni.
A tal proposito, la guida Uefa all’antidoping si esprime cosi:
“Se un test rileva nel tuo organismo una sostanza vietata, se rifiuti di sottoporti a un controllo, se violi le regole sulla reperibilità degli atleti o se commetti qualsiasi altra violazione delle regole antidoping, la responsabilità è sempre tua. Ricorda, si tratta del tuo corpo e della tua carriera e non potrai incolpare nessun altro. In caso di prima violazione, i giocatori possono venire sospesi fino a quattro anni. Probabilmente si tratta di un tempo sufficiente per rovinare la tua carriera. Inoltre, un giocatore che non si comporta correttamente durante la procedura di controllo antidoping, può essere sospeso per diverse partite oppure multato. Non presentarsi immediatamente a un test farmacologico o non rispettare le istruzioni dell’ACAD sono considerati comportamenti scorretti.”.