Juventus, nuove certezze e vecchi equivoci

L'attaccante, obiettivo di mercato della Juventus di Pirlo

(Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Contro il Barcellona, nella vittoria che ha regalato il primo posto nel girone di Champions League, la Juventus si è affidata alle certezze. Che rispondono al nome di Cristiano Ronaldo e Morata davanti, supportati sulle ali da Cuadrado e Alex Sandro. Un centrocampo folto ed equilibrato ed una linea difensiva tornata solida con il rientro di De Ligt hanno fatto il resto. Parlare di impresa, visto il momento del Barcellona, appare eccessivo.

Ma più ancora del risultato, ad aver convinto è la forma con cui Andra Pirlo ha deciso di plasmare la squadra. Un 3-5-2 che regala molte certezze, ma anche qualche sorpresa, come il giovane americano Weston McKennie. Arrivato come un oggetto poco più che misterioso, nel ruolo di mezzala di un centrocampo a cinque ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio. Con lui a fianco, ne giovano anche le prestazioni di Arthur, cresciute sensibilmente di livello. Ramsey, a completare il terzetto, è quasi una scelta naturale, per qualità e quantità: se riesce a dare anche continuità alle proprie prestazioni raramente lo vedremo in panchina.

Tante cose buone, in campo. Ma anche tante, forse troppe, bocciature. Contro il Genoa, domani, dovrebbero tornare negli undici titolari sia Federico Chiesa che Dejan Kulusevski. L’ex Fiorentina è stato il vero colpo del mercato, di certo l’esclusione del Camp Nou non è una bocciatura, ma gli interrogativi tattici restano. Chiesa non è un esterno a tutta fascia, non è Cuadrado: dà il meglio da esterno offensivo, il suo ruolo naturale, ma la Juve con il 4-3-3, inutile girarci intorno, gioca peggio. Domani Pirlo dovrebbe scegliere il 3-4-1-2, poco cambia rispetto al modulo di Barcellona, se non che Cuadrado traslocherà sulla sinistra proprio per fare spazio a Federico Chiesa.

Dentro anche Dejan Kulusevski che, dopo una partenza eccezionale, si è lentamente perso, nelle spire di un’involuzione che molto ha a che fare con i dubbi tattici dei bianconeri. Per non dire equivoci. Un anno fa, a Parma, il giovane svedese ha giocato praticamente in ogni ruolo del centrocampo e dell’attacco, ha fatto persino la punta. Dimostrano una duttilità tattica eccezionale: possibile che non ci sia posto per lui? Possibile, quando si gioca in una squadra ricca di qualità, ma che ha bisogno di equilibrio. A Marassi, dovrebbe piazzarsi dietro alle punte, Ronaldo e Morata, con McKennie e Bentancur (ad oggi vice Ramsey a tutti gli effetti) a coprirgli le spalle. Rinunciando ad Arthur, la costruzione dell’azione sarà necessariamente diversa, con il rischio di impantanarsi prima di raggiungere il suo play offensivo.

Come detto, giocherà Morata. Accolto il ricorso contro le due giornate di squalifica, domani affiancherà, di nuovo, Ronaldo. Il tandem d’attacco bianconero, ormai, è una certezza, forse l’unica, visti i tanti infortuni patiti nel reparto arretrato. Per Dybala è una pessima notizia, perché al di là delle frasi di circostanza è sempre più evidente come la sua collocazione tattica, un equivoco irrisolto per molti, sia un rebus anche per Pirlo. Che, del resto, dall’argentino ha avuto risposte importanti, sia in Campionato che in Champions League. Domani partirà ancora dalla panchina, nonostante un avversario di caratura decisamente modesta, e le scorie europee accumulate (dagli altri) in settimana.

I temi tattici della partita di domani, così, avranno un significato che va ben al di là del campo. Sarà pur vero che i titolari, ormai, non sono più 11 ma almeno 16-17, per affrontare un calendario fitto di impegni, ma c’è differenza tra Barcellona e Genoa. E, soprattutto, c’è differenza tra campo e panchina. L’ultimo calciomercato, in questo senso, è stato assai esplicativo. La partenza di Rugani, atteso per anni da tecnici e dirigenza juventina, ha segnato simbolicamente un confine. Lo stesso che potrebbe varcare, in uscita, Federico Bernardeschi, ormai ai margini anche con Pirlo.

Dybala, che soffre oltremodo la competizione e la panchina, a Torino vede restringersi sempre di più gli spazi, e in questa Juve diventa sempre più difficile immaginarlo titolare. Se Chiesa e Kulusevski hanno tutta la vita davanti, e una malleabilità tattica importante, la Joya è davanti ad un bivio importante. Per la Juve la prossima sessione di mercato potrebbe essere l’ultima per monetizzare, per Dybala, al contempo, l’occasione per ripartire da un’altra parte. E risolvere definitivamente il rebus tattico e societario che affligge da tempo i bianconeri.