Nuovo capitolo dell’inchiesta che riguarda la Juventus. La FIGC ha infatti richiesto alla Procura di Torino le nuove carte sulle indagini per un possibile falso in bilancio della società bianconera. La Federazione ha già emesso una sentenza sul caso lo scorso aprile – che coinvolgeva 10 altri club oltre la Juve -, ma i nuovi avvenimenti potrebbero cambiare la situazione. È proprio questo il motivo della richiesta. La valutazione delle nuove carte servirà per capire se la sentenza possa essere impugnata o meno.
La FIGC – nella persona del Procuratore Federale Giuseppe Chinè – ha richiesto alla Procura di Torino le nuove carte derivanti dal proseguimento dell’inchiesta Prisma. Gli sviluppi riguardano dettagli sconosciuti al tempo della sentenza dello scorso aprile, come le intercettazioni delle chat fra i giocatori della Juventus sul dilazionamento degli emolumenti in periodo di Covid. L’ANSA riporta la nota della Federazione in merito a questa richiesta: “Solo in presenza di atti nuovi e ritenuti decisivi per la revisione della decisione definitiva pronunciata dalla Corte di appello federale a sezioni Unite il procuratore federale potrebbe decidere di impugnare per revocazione“.
La FIGC aveva prosciolto tutti i club coinvolti e aveva respinto il ricorso della stessa Procura il 17 maggio perché in merito alle plusvalenze la Corte Federale si era pronunciata nel senso di non poter valutare oggettivamente i calciatori. Ora però gli sviluppi riguardano anche false comunicazioni e fatturazioni in nero. Che vanno ovviamente oltre la semplice valutazione di un giocatore piuttosto che un altro.
Dunque, la FIGC dovrà valutare se i nuovi atti possano coinvolgere l’aspetto sportivo. Al di là delle plusvalenze, la Procura ipotizza un reato di falso in bilancio con fatturazioni in nero, rinuncia dei tesserati di una parte degli stipendi annuali durante lo stop del campionato nel 2020 e false fatture per aggiustare i conti.