Juventus, il progetto Motta sta fallendo? Dentro la crisi bianconera
Ieri sera nel Derby della Mole contro il Torino, la Juventus non ha avuto le risposte che cercava e la squadra di Thiago Motta si è incagliata nell’ennesimo pareggio stagionale: il dodicesimo su diciannove in campionato, e confermando l’impressione di una squadra che pare non crescere nel proprio progetto generale.
Alla Juventus le cose non stanno andando, questa cosa va detta forte e chiara. Certo, il dato di imbattibilità in campionato è da consdierare ma lo zero nel tabellino delle sconfitte viene fortemente ridimensionato dal numero elevatissimo di pareggi ottenuti in Serie A: 12 su 19, in pratica i bianconeri in campionato hanno vinto solo 7 partite dall’inizio della stagione, meno di un terzo del totale.
Juventus, Motta non riesce ad evolvere: gioco, idee e mercato. Dopo mesi i bianconeri sono sempre gli stessi
Ieri sera contro il Torino, l’occcasione era importante non solo per che si trattava del Derby ma perchè contava parecchio per la classifica e con la Juventus che poteva approfittare dello stop della Lazio contro il Como, e con i biancocelesti che sono rivali diretti per il quarto posto. Invece il sesto pareggio nelle ultime sette di campionato ha nuovamente ingolfato la ricerca di continuità della Juve, che ora è quinta in classifica a 33 punti e a-3 dai biancocelesti seppur con una partita da recuperare.
Probabilmente la classifica è la cosa che preoccupa meno in casa Juventus, visto che è appena iniziato il girone di ritorno ma la partita contro i Granata ha nuovamente evidenziato problematiche strutturali che i bianconeri sembrano non riuscire a limare o superare fin dall’inizio della stagione. Gli alibi ci sono e vanno evidenziati sia tra l’inizio dell’annata che nel mentre, con la Juventus che in estate ha iniziato un nuovo percorso con un nuovo allenatore e che durante la stagione si è trovata ad affrontare un caos infortuni che ha tolto alla squadra alcuni elementi fondamentali.
Il concetto esiste, ma la pratica no. Possesso sterile e inefficace. Il talento di pochi come salvezza e i tanti rimandati sul mercato
E anche ieri contro il Torino allla Juventus mancavano pezzi pesanti, oltre a quelli noti da tempo come Bremer. Non c’era per squalifica il gestore di mediana Manuel Locatelli e in avanti mancavano Dusan Vlahovic e Francisco Conceiçao, rispettivamente bomber e miglior giocatore stagionale finora. Ma al netto delle assenze, la Juventus continua a dare l’impressione di un cantiere in costruzione ma che dopo mesi di lavoro, non ha ancora avuto vere migliorie o nette evoluzioni.
Chiara ed evidente il concetto di Thiago Motta di voler impostare e strutturare la sua Juventus come una squadra dominante nel possesso palla e che sia capace di controllare le partite tramite il palleggio insistito, ma questo ideale in stagione non si è mai davvero tramutato in un’idea di gioco efficace e che ha alzato il livello della Juventus. I bianconeri tengono molto il pallone è vero, ma lo fanno con poco ritmo, poca velocità e con poco movimento e meccanismi codificati tra i giocatori. Una sorta di germoglio che però non fiorisce del tutto, e che quindi si deve appigliare ad altre cose come il talento individuale dei singoli che possono trovare la giocata decisiva, come accaduto ieri con il gol che ha aperto il Derby di Yildiz.
La “nomea” di Motta e una squadra che deve ancora crescere
Quello che è certo è che per ora la nomea da giochista di Thiago Motta ed ereditata dopo la fruttuosa esperienza sulla panchina del Bologna, non ha trovato riscontri nei fatti. Si contano davvero su una dita di una mano le prestazioni convincenti della Juventus in stagione in campionato, che spesso ha pure rischiato di mettere a repentaglio la propria imbattibilità e strappando pareggi fortunosi come le partite casalinghe contro Bologna e Venezia.
Colpe e responsabilità dell’allenatore che ci sono, ma resta vero che in campo ci vanno i giocatori. La Juventus ha cambiato tanto in sede di mercato estivo, ma a parte qualche eccezione (come il giò citato Conceiçao, Kalulu e in parte Khéphren Thuram) alcuni colpi esosi non stanno rendendo come ci si aspettava. Sul banco degli imputati soprattutto il terzetto Douglas Luiz, Tuen Koopmeiners e Nico Gonzalez, costati al club oltre i 100 milioni di euro.
Il mediano brasiliano arrivato alla Juventus dall’Aston Villa per una valutazione generale di 50 milioni di euro sta vivendo una stagione anonima, compromessa da troppi infortuni e da scarsa incisività quando chiamato in causa. Ieri ha avuto dopo tempo, la sua chance da titolare e seppur non sia stato tra i peggiori non ha impressionato. L’attaccante argentino ex Fiorentina è rientrato da poco dopo un lungo stop e sicuramente fare il numero 9 non è il suo, nonostante l’abbia fatto in emergenza.
La delusione più ampia è il centrocampista olandese, acquisto più costoso dell’estate e pagato 52 milioni di euro + bonus all’Atalanta. Koopmeiners sembra quello che più di tutti stia soffrendo la poca chiarezza di idee all’interno della Juventus, apparendo come la copia sbiadita del giocatore che aveva sorpreso alla Dea. Una confusione che ieri si è palesata tanto a livello tattico, con Koop che ha iniziato come trequartista alle spalle di Nico per poi arretrare a mediano alla ricerca di una posizione e di una capacità di determinare mai trovata, e che simboleggia abbastanza bene le problemtatiche della Juventus.