Juventus, il post-Sarri è un grande passo indietro. Quanti problemi
Non è facile. Occorre ricordarlo. Soprattutto, occorre specificare come non sia semplice, per un allenatore esordiente, guidare una squadra reduce da nove scudetti consecutivi e due finali di Champions giocate tra il 2015 e il 2017. Andrea Pirlo ha raccolto la sfida ma, appare evidente come tale sfida, stia travolgendo lui. Il discorso allora si estende, coinvolgendo l’intera progettualità in capo alla Juventus. Sorgono perplessità e interrogativi. Il primo, sicuramente, è: “Era poi così necessario esonerare Maurizio Sarri?”. Nel corso della passata stagione, senz’altro, erano tante le discussioni su cosa il tecnico non sia riuscito a migliorare della Juventus, seppur riconoscendo anche gli errori della società che, soprattutto, sul mercato ha abbassato sensibilmente il tiro rispetto ai tempi allegriani.
Maurizio Sarri, nel suo piccolo, riuscì quantomeno ad eguagliare il suo predecessore conquistando lo scudetto. Il tecnico ex Napoli ed Empoli, verosimilmente, pagò a caro prezzo l’amara uscita di scena in Champions League contro l’Olympique Lione, così come la sconfitta in finale di Coppa Italia. Il paradosso è che, quello che per Milan, Inter, Napoli, Roma e Lazio sarebbe il coronamento di un sogno, ovvero lo scudetto, per Sarri è apparso come il minimo sindacale. Vedute, discutibili ma vedute. Al momento dell’addio di Sarri, le aspettative portavano verso un nome di spessore, per fare un vero passo in avanti. Invece, si è deciso di puntare su un esordiente. Perché?
Posto che la stagione è ancora in corso e, i bianconeri hanno tutti gli strumenti per riemergere, perché esonerare un allenatore d’esperienza per dare il via ad un progetto sottoforma di nuovo ‘Anno 0’? Allegri, ai tempi, pagò le critiche per un gioco troppo aziendalista privo di dinamismo. Sarri, di contro, venne accusato di guardare troppo allo spettacolo perdendo di vista la mentalità da big dove, ciò che conta davvero, è il successo finale whatever it takes.
Nel momento di difficoltà, Pirlo ha provato a ‘rubacchiare’ qualcosa da entrambi. Inizialmente con un gioco più dinamico ma meno stabile difensivamente in stile Sarri. Poi con maggiore pragmatismo in stile Allegri. Risultato? La Juventus è diventata un ibrido incapace di rappresentare nessuna delle due visioni calcistiche. I risultati sono altalenanti e, ad oggi, non si conosce l’identità tattica della Juventus stessa. Un passo indietro, enorme. Un ridimensionamento che, mai come negli ultimi dieci anni, mostra una Juventus ‘normale’. Una svolta da trovare, al più presto per reagire dopo due sconfitte consecutive tra campionato e Champions League.