Juventus, Giuntoli si racconta: “Mi sento a casa, Allegri…”
Il direttore sportivo della Juventus, Cristiano Giuntoli, ha rilasciato una lunga intervista in cui ha raccontato sé stesso ai tifosi bianconeri.
Tra i protagonisti dell’estate italiana più calda degli ultimi anni non può non esserci Cristiano Giuntoli, che dopo aver coronato il sogno di vincere lo Scudetto con il Napoli ha finalmente raggiunto la Juventus per occupare il ruolo di direttore sportivo. Una scelta di cuore, stando a quanto ha raccontato l’ex Carpi, dovuta alla fede calcistica che ha sempre condiviso con il papà fin da bambino, e che ora rappresenta l’ennesimo obiettivo raggiunto nella carriera del ds Campione d’Italia. Per raccontare ai tifosi bianconeri le sue sensazioni all’arrivo a Torino e anche il suo rapporto con Massimiliano Allegri, Giuntoli ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini di Repubblica. Ecco le sue parole.
Le parole di Giuntoli, ds della Juventus: “Fino ad Amsterdam per i bianconeri, Platini il mio idolo”
“Mi commuovo se penso che non posso condividere tutto questo con mio papà Tiziano, che non c’è più dal 2005. Da noi tutti se lo ricordano, era uno juventino fanatico e i suoi idoli erano Charles e Sivori. Sono cresciuto leggendo Tuttosport, stravedevo per Platini e Boniek, ma poi c’erano anche Zoff, Gentile, Cabrini…”
“Mia madre voleva che mi laureassi, così ho dato 19 esami di Architettura prima che la passione per il calcio avesse la meglio. Io ero un difensore a cavallo tra dilettanti e professionisti, insomma non ero sicuro del mio futuro. Anche in questo mio padre è stato fondamentale nelle scelte per la mia carriera. Anche negli ultimi anni da calciatore ero diventato un punto di riferimento per l’allenatore e il presidente, così dopo il ritiro sono andato a fare il collaboratore a Carpi, finché non mi affidarono il ruolo di direttore sportivo“.
“La Juventus? Ora mi sento a casa, mi ricordo le trasferte con mio papà tra Firenze e Bologna, ma anche i viaggi in pullman con un club di Prato verso Torino. Poi per i bianconeri ho anche guidato fino ad Amsterdam per assistere alla finale di Champions League contro il Real Madrid, persa per il gol in fuorigioco di Mijatovic che non ho ancora digerito. Il giorno dopo ero regolarmente a lavorare con l’Imperia”.
Giuntoli sul rapporto con Allegri: “Voglio proteggerlo, lui la punta di diamante della Juventus”
“Metodo Giuntoli? Non mi piace questo termine, io sono uno che lavora tanto e che sta attento a tante cose. Amo stare dietro le quinte e parlare poco, perché il calcio non è da One Man Show, ci vuole collaborazione soltanto tutti insieme possiamo riportare la Juventus dove merita di stare. La Next Gen servirà per trasmettere ai giovani il senso di appartenenza nei confronti di un club la cui proprietà dura da 100 anni, è un privilegio indossare questa maglia ed essere qui”.
“Sul mercato? Quando non puoi fare grandi investimenti è lo spirito che fa tutto il resto. Lo scouting in questo ti aiuta, e io qui ho trovato grande professionalità. Oggi si sa tutto di tutti, è sempre difficile anticipare gli altri, ecco perché ci vogliono anche delle coincidenze. Senza la guerra non avrei preso Kvaratskhelia al Napoli e senza la pandemia forse Osimhen oggi sarebbe in Premier League”.
“Rapporto con Allegri? Non è come lo hanno descritto prima che arrivassi. Lui è la punta di diamante del club e un grande riferimento per la squadra. Io voglio proteggerlo, come ho sempre fatto con i miei allenatori, siamo noi che dobbiamo riportare la Juventus al suo livello”.