Juventus, Dybala, da “figliol prodigo” a zavorra: è davvero finita?
Dybala e la Juventus, c’eravamo tanto amati. Nei giorni scorsi, all’arrivo di Vlahovic a Torino, la Joya è diventata leggermente più cupa perché sa che ora dovrà ripartire da zero. Tutt’altra storia rispetto a quest’estate, quando a Pirlo succedeva Allegri – per un eterno ritorno che potrebbe non dare i frutti sperati – e diceva: “Ho lasciato un ragazzo e ho ritrovato un uomo”.
Eletto a leader davanti alla stampa, quel dieci sulle spalle non è mai stato (e mai sarà) un caso. Poi ci si è messo di mezzo un campionato sfortunato e diversi problemi che riguardano non solo l’argentino. L’attacco della Juve è da rivedere, per questo è stato ingaggiato – pagandolo profumatamente – il capocannoniere della Serie A insieme a Ciro Immobile. La cifra è da capogiro: 75 milioni in 5 anni, roba d’altri tempi, quando la Juve non doveva fare i conti con il portafoglio. Ora la situazione è diversa. Questo investimento ha, nei fatti e nella sostanza, inaugurato un nuovo corso.
Juventus-Dybala: tappe di un possibile addio, cosa è cambiato
Alla Juve si spende, ma si ragiona: niente colpi di testa o azzardi, lo stile bianconero non li ha mai previsti, ma adesso prima di fare un colpo ci si pensa tre o quattro volte in più e soprattutto comincia quella programmazione che avrebbe dovuto avere già luogo in estate – subito dopo l’addio di Ronaldo – e Arrivabene, Amministratore Delegato del club, non vuole sentire ragioni.
L’aumento di capitale ottenuto di recente permette alla Juve di avere due tranche che portano nelle casse bianconere 700 milioni. Una da 400 e l’altra da 300 per tappare i buchi a un bilancio complicato, che ha bisogno di garanzie. Una parte di questi soldi vanno sul mercato, ma poi bisogna – necessariamente – rientrare.
L’arrivo di Vlahovic, un chiaro segnale
Ecco perchè il piano della Juventus è cedere tutti coloro che sono stati presi in un primo momento con degli obiettivi, ma ora possono fare mercato ed essere più utili alla causa bianconera uscendo di scena: Alvaro Morata, Ramsey, Rabiot, Betancur. Tutte potenziali cessioni che potrebbero essere accompagnate alla porta con l’interesse di vari club italiani ed esteri. Il Tottenham di Paratici e Conte è pronto a fare follie. Senza contare i casi in scadenza come Bernardeschi, Cuadrado, De Sciglio e Perin. Poi, appunto, c’è Dybala.
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Iniziando una “rivoluzione” simile, l’idea è quella di abbattere il monte ingaggi del 20% circa, forse qualcosa in più. Dietro quel forse ci sono tutte le ragioni dell’argentino, in un primo momento ritenuto indispensabile e ora pronto a fare le valigie.
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Non è un caso che i segnali giunti dalla proprietà siano di rimessa, specialmente dopo alcune occhiatacce dal campo alla tribuna che Dybala ha riservato a qualcuno. Un “amico” ha detto, ma è evidente che a Torino le amicizie che gli sono rimaste si contano sulle dita di una mano. La stessa che dirà ok, in caso di avvenuto rinnovo (già in cascina sul piano verbale), oppure sancirà un divorzio inevitabile per una storia d’amore che, forse, poteva finire in maniera diversa.