Juventus, Cuadrado si racconta prima del derby: “Il Torino è solido”
Il derby della Mole tra Torino e Juventus si avvicina sempre di più. La Stampa ha intervistato Juan Cuadrado, che si è aperto su diversi argomenti. Il colombiano ha parlato del suo passato e del suo futuro, del suo ruolo in campo e della situazione attuale della Juventus. Dichiarazioni calde anche in tema derby, ormai alle porte. Le sue parole:
Su Juventus-Chelsea
“Contro il Chelsea c’è la soddisfazione di aver giocato da squadra, abbiamo lottato per un risultato che volevamo a tutti i costi: è il nostro dna, viene fuori contro le grandi. La vittoria ci dà nuove consapevolezze, ma dobbiamo tenere i piedi per terra e continuare a lavorare. Vittoria “allegriana”? Anche secondo me, magari non avremo giocato il miglior calcio, ma come ho detto, siamo stati squadra. Conta il risultato“.
Il carattere: “Sono stato frainteso”
“Cerco di trasmettere allegria, perché a volte siamo troppo tesi. Per me la vita è felicità, che è diverso dall’essere giocherelloni o superficiali, le risate non rubano concentrazione: chi ha il mio carattere può essere frainteso, a me capitò a Udine con Guidolin”.
Tra Sarri e Pirlo: il ruolo in campo
“Non sono sempre stato titolare, con Sarri ad esempio non lo ero, ho trovato spazio dopo alcuni infortuni. Non è stato semplice riadattarmi a terzino in Colombia, ma era un calcio diverso. Con Pirlo mi ricordo di un colloquio: non mi vedeva convinto del ruolo e ci siamo parlati. Ho spiegato con sincerità dove e come, secondo me, potevo rendere al meglio, ed anche lui mi ha dato fiducia”.
La differenza tra il giocare contro le grandi o le piccole
“Il calcio vive di episodi e di sorprese, basta pensare alle cadute di Real Madrid e Barcellona in questo turno. I momenti duri devono fortificare. La verità è che ogni squadra ha un suo valore e tutte ci affrontano come fosse una finale, questo dobbiamo farlo anche noi, è importante avere sempre la stessa voglia”.
Sul Torino-Juventus
“Ho visto il Torino e lo trovo più solido che in passato. Sarà una sfida speciale, per noi e per i tifosi. Questa è una battaglia, anche se in questo momento qualsiasi partita sarebbe stata importante. Il mio gol all’ultimo minuto? Lo ricordo benissimo è stato di una gioia unica. Se ci penso, risento il boato del pubblico. Anche quest’anno siamo indietro, ma ci sono tante partite e ci crediamo: il nostro dna è lottare fino alla fine“.
L’addio di Ronaldo
“Conosciamo la classe di Cristiano e sappiamo cosa ha rappresentato per noi, ma la cosa più importante è la Juventus. Stiamo lavorando per sopperire la sua mancanza”.
Sugli insulti a Maignan
“La partita dovrebbe essere un divertimento e tutti dovremmo essere più responsabili. Bisogna riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni e di certe parole. Quando si insulta non si fa male solo al ragazzo in campo, ma a tutta la sua famiglia”.
Il futuro
“Con un mio amico ho sviluppato il progetto a Medellin: tanto calcio, scuola, musica e teatro. Cerco di dare un po’ di ciò che ho ricevuto. Voglio insegnare attraverso lo sport e l’arte i valori e principi a bambini in cui mi rispecchio. Nel futuro mi vedo in Colombia in mezzo a loro“.