Dopo le ultime vicende giudiziarie, la Juventus potrebbe essere messa in vendita. È questo uno dei clamorosi scenari presi in considerazione alla stampa, in particolare dal Corriere dello Sport. In attesa di sviluppi sull’inchiesta Prisma e su ciò che accadrà agli indagati, la proprietà bianconera non esclude addirittura una cessione, anche se il momento non è dei migliori per pensare ad una soluzione del genere.
L’inchiesta Prisma si sta allargando sempre di più e ogni giorno seguono aggiornamenti che coinvolgono gli indagati. Il Consiglio d’Amministrazione della Juventus si è dimesso in blocco, in attesa del processo e delle conseguenze legali che avrà la vicenda – se le avrà -, sia dal punto di vista della giustizia ordinaria che di quella sportiva. Il prossimo 18 gennaio si insedierà il nuovo CdA, con Gianluca Ferrero che diventerà il nuovo presidente e con Maurizio Scanavino a ricoprire il ruolo di Direttore Generale.
Il Corriere dello Sport però riporta un clamoroso scenario. La proprietà, nella persona di John Elkann in particolare, starebbe pensando addirittura ad una cessione della società. Il quotidiano riferisce di voci all’interno degli ambienti finanziari a cui però al momento è difficile dare concretezza. Anche perché la situazione non è delle migliori. Ma il piano c’è.
Nel 2019 la Juventus ha raggiunto il valore di 1.7 miliardi di euro, grazie al lavoro di Andrea Agnelli e della dirigenza. Aumento del fatturato, ottimizzazione delle risorse e delle infrastrutture, investimenti mirati. Poi sono arrivate le difficoltà, sulle quali ovviamente la pandemia Covid ha influito – come per tutti i club. Il Corriere dello Sport racconta che attualmente il titolo capitalizza in Borsa 680 milioni di euro, cifra certamente molto bassa per gli standard finanziari. In più, il settore calcio non è così attraente per gli investitori, visti i tanti player e le difficoltà oggettive di “guadagnarci”. Per Exor la Juventus rappresenta l’1.5% del suo intero fatturato e perciò la possibilità che non sia più un asset fondamentale è concreta. Il club è di proprietà della famiglia Agnelli dal 1923 – ricorre fra poco il centenario -, ma ora Exor è una holding che fattura circa 36 miliardi all’anno e deve ragionare in base ai propri interessi e a quelli degli investitori. Che non sono tifosi.