Juventus-Cagliari, Mazzarri: “buona reazione, meritavamo il pari”
Il tecnico del Cagliari, Walter Mazzarri, ha parlato ai microfoni di Dazn in seguito alla sconfitta rimediata contro la Juventus. Ecco le sue dichiarazioni, riportate da Tuttomercatoweb:
Sulla partita ed il risultato
“Oggi ho visto quanto meno quel che avevo visto prima dei due 4-0. Quei due risultati ci hanno fatto tanto male, oggi però ho visto una squadra che ha reagito bene come quando avevamo giocato con Verona, Torino e altri. Nel secondo tempo meritavamo il pareggio con l’occasione di Dalbert e di Joao Pedro, nonostante assenze importanti come Nandez e Marin.
Abbiamo permesso il 2-0 con una ingenuità, siamo giovani e capita. E’ stata un’annata in cui non abbiamo avuto fortuna, quel gol di Dalbert avrebbe cambiato l’andamento della gara. Purtroppo ci gira anche tutto storto. Ci dispiace per i tifosi. Siamo sotto Natale, speriamo di cominciare il prossimo anno in maniera diversa, col piglio che abbiamo avuto stasera”.
Sull’esclusione di Godin e Caceres e la reazione dello spogliatoio
“La risposta i giocatori devono darla sul campo. Io e i miei collaboratori siamo dalle 9 di mattina ad Assemini e ci stiamo fino alle 19 per cercare di dar loro tutti gli input possibili. Un allenatore deve fare questo, deve dare il massimo. Le parole non servono, chiacchiere poche e fatti. Ogni volta le partite vanno analizzate, bisogna comprendere gli errori e prendersi le proprie responsabilità. Se siamo a questo punto è colpa di tutti. Quando si arriva come all’ultima partita però bisogna fare delle scelte perché quest’andamento non è piaciuto a nessuno, né a me né alle società, quindi vanno prese delle decisioni. Basta, questo devo dire”.
Sui calciatori sulla quale ripartire
“Io alleno da tanto. Al Napoli avevo Cannavaro, il capitano. Io sono un allenatore presente. Ora sono qui da tre mesi, ho capito un po’ di cose. Ogni allenatore ha le proprie idee, è importante che i calciatori siano coinvolti e abbiano le caratteristiche per fare il suo calcio. Io credo che quando i giocatori preparano bene le partite e sanno cosa fare non deve esserci uno che trascina gli altri, devono fare esattamente quello che prepariamo. Poi è chiaro che Joao Pedro è un leader di suo, un trascinatore, è il capitano. Ma lui è uno di quelli che è convinto e ha sposato la causa del suo allenatore. Io voglio che tutti siano convinti.
Quando poi sono convinti la domenica bisogna fare quello che si è preparato, e quella è una responsabilità del giocatore. Io volevo un calcio aggressivo, stando alti, accettando anche la parità numerica dietro. In tutte le squadre che ho allenato l’ho fatto, il mio Torino era primo per palloni recuperati nella metà campo avversaria. Per fare questo ci vogliono difensori veloci, atleti, delle determinate caratteristiche. Chi è con me deve sposarlo al massimo. Questo può farci uscire velocemente da questa situazione. Io ho dato indicazioni, la società qualcosa la farà. Io sono ottimista per il futuro”.