Questa sera quando Allegri tornerà a casa, troverà il suo Armadillo sulla poltrona che, con volto sconsolato, gli dirà: “Sei cintura nera de come se schiva il bel gioco”. Il secondo tempo è stato buono, è vero, ma il primo è stato una fotocopia della partita allo Stamford Bridge. L’Atalanta ha a lungo imbrigliato la Vecchia Signora, poi dopo il tè si è un po’ persa, ma è riuscita comunque a tenere il risultato. La Dea ha dominato al trotto i padroni di casa, per dirla come piace ad Allegri. Ciò significa che i bergamaschi hanno corso meglio, arrivavano prima sui palloni; vedi gli straordinari recuperi di Toloi e Djimsiti. Ma la stella che più ha brillato questa sera porta il nome di Duvan Zapata. Dal 2017, la Vecchia Signora è la sua preda preferita e, quando ci gioca contro, si comporta come un toro quando vede un mantello rosso. Si infuria, si carica, si trasforma. Un siluro, quello del colombiano, che, forte tanto quanto un pugno di Marvin Vettori, ha steso la Juve. Quest’ultima accennava, in alcuni momenti, di potersi rialzare. Tuttavia, alla fine, i bianconeri non sono riusciti a riprenderla e ad essere sugli scudi sono ora gli ospiti. Al contrario del tecnico bianconero, quando Gasperini tornerà a casa, magari troverà un suo amico che gli dirà: “Annamo a pijà sto scudetto”. Forse è ancora presto, ma i nerazzurri sono a meno quattro dalla vetta. I giocatori e l’allenatore vanno avanti in sinergia, perché non poter sognare?
Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, Juventus-Atalanta promette benissimo. Dopo pochi secondi, tacco di Dybala per McKennie. Dall’altra sponda, invece, Zapata trova Malinovskyi in area; l’ucraino spara con il destro ma il pallone viene murato da Bonucci. Zapata recupera il pallone su Alex Sandro a metà campo e parte il contropiede della Dea, che però sfocia nel nulla perché la Juve si chiude subito bene. Un po’ in affanno nei primi dieci minuti i bianconeri: faticano ad impostare come si deve e finiscono per correre dietro il pallone ben gestito dagli avversari. Tutto secondo copione, insomma. Occasione per i bergamaschi dopo 15 minuti: de Ligt sbaglia un semplice passaggio al compagno di difesa Bonucci e Zapata si avventa sul pallone. Il colombiano serve poi Freuler, il cui sinistro finisce sopra la traversa. Prima occasione anche per la Juve: sterza Dybala al limite dell’area, fa fuori tre giocatori nerazzurri, prova con il suo mancino che però è debole e Musso riesce nella presa. Contropiede sprecato della Juve: l’Atalanta perde palla in attacco, Morata serve McKennie, l’americano stoppa il pallone in corsa e serve un ottimo pallone a Chiesa che, davanti a Musso, viene fermato da un grandissimo recupero di Toloi. Seconda disattenzione di de Ligt: il difensore olandese perde leggermente l’equilibrio, scarica un pallone troppo debole verso Szczesny su cui si stava avventando Zapata, ma il portiere polacco arriva in tempo. Vantaggio dell’Atalanta al 27’: Morata sbaglia un passaggio intercettato da Djimsiti, il quale serve Zapata che si invola verso la porta, con il piattone il colombiano bacia la traversa e gonfia la rete. Il secondo squillo bianconero arriva cinque minuti dopo il gol nerazzurro: Chiesa serve Alex Sandro, che dalla fascia sinistra mette in mezzo la sfera. Il brasiliano trova McKennie, il quale scarica su Dybala che non inietta abbastanza rabbia al suo sinistro e la palla finisce a lato. Ennesimo brivido per la Juve: cross rasoterra di Zappacosta che supera i due centrali bianconeri, ma Cuadrado si oppone con il fisico sul connazionale Zapata e sventa il pericolo.
Nel secondo tempo Allegri è costretto a cambiare: Chiesa a fine primo tempo ha sentito un dolore alla gamba e Max ha preferito sostituirlo all’intervallo. Al suo posto, quindi, entra Bernardeschi. Occasione nerazzurra: Rabiot perde palla a metà campo, Zapata può crossare in area, Freuler con la testa fa da sponda a Pessina, ma il pallone viene intercettato da de Ligt. Prima opportunità anche per il neoentrato Bernardeschi: l’esterno italiano si accentra dalla fascia destra e prova il sinistro da fuori area, ma la sfera finisce fuori. Occasione d’oro per i bianconeri: Bonucci con un passaggio taglia tutto il centrocampo nerazzurro, il pallone finisce sui piedi di McKennie, ma Djimsiti compie un recupero prodigioso. Pochi secondi dopo, il mancino di Bernardeschi viene murato e il sinistro di Dybala, indirizzato sul primo palo, finisce alto. La Juve continua a far tremare i bergamaschi: Rabiot dal limite del l’area ha il tempo e lo spazio per fermare il pallone, prova con il sinistro ma Musso, allungandosi, gli nega la gioia del gol. È ripartita bene la Vecchia Signoria in questo secondo tempo. Ormai i bianconeri hanno preso in assedio l’area di rigore bergamasca. Ancora Juve in zona d’attacco: da calcio di posizione defilato sulla sinistra Dybala crossa sul secondo pallone trova Bonucci, il quale di testa spedisce il pallone troppo in alto. L’Atalanta, nonostante stia soffrendo, si fa sentire nuovamente in avanti: Malinovskyi serve Zapata, che butta il pallone al centro ma Cuadrado fa muro su Pasalic e il pallone scorre fuori. La Juve nei minuti finali mette tutto quello che ha, la Dea invece cerca ossigeno ma non lo trova. Su calcio d’angolo tremano ancora gli ospiti: Dybala mette in mezzo dalla bandierina, la sfera arriva a de Ligt, il cui destro viene murato. Nei sei minuti di recupero, Allegri urla per un arrembaggio finale e disperato. Calcio di punizione a ridosso dell’area di rigore al 94’: sul pallone si presenta l’argentino con il 10, ma la sfera scheggia la traversa. Ultima occasione, ultima emozione. La partita finisce e la Dea si porta a casa i tre punti.