Juventus, addio Scudetto? Un mix tra limiti “nascosti” e colpe
Juventus Scudetto – La sconfitta subita dalla Juventus per 0-1 contro l’Udinese non è la pietra tombale definitiva alle ambizioni Scudetto della squadra di Massimiliano Allegri, ma è sicuramente il simbolo di una squadra che ha probabilmente viaggiato oltre le proprie possibilità durante questa stagione.
Nulla è perduto e come è da motto del club “Fino alla fine“. E ovviamente la Juventus ci vorrà credere fino all’ultimo secondo di questo campionato, nonostante il KO di ieri sera contro i friulani ha spedito la squadra a -7 dall’Inter capolista.
Juventus, ora lo Scudetto è un miracolo? Il problema è quello che tutti negavano. Manca l’ancora del gioco. Ma sorprende il crollo mentale
Lo 0-1 subito da Lautaro Giannetti è stata la chiusura di un periodo super negativo per la Juventus, dove i bianconeri hanno totalizzato solo 1 punto in tre partite. Pareggio per 1-1 contro l’Empoli, sconfitta nello scontro diretto contro l’Inter per 0-1 e la caduta di ieri sera contro la squadra di Cioffi.
La Juventus in poche settimane è passata dal sogno di andare addirittura in fuga sui rivali nerazzurri a trovarsi ad un considerevole (per quanto non definitivo come detto) -7 e che ptorebbe anche diventare -10, se l’Inter dovesse far suo il recupero contro l’Atalanta del 28 febbraio prossimo.
Si è rotto il meccanismo perfetto costruito da Massimiliano Allegri e che stava funzionando dall’inizio fino a 10 giorni fa?. A questo punto bisogna mettersi d’accordo su quale prospettiva si doveva dare alla Juventus.
Perché se si considerano i bianconeri come una squadra costruita per lottare per il quarto posto e il ritorno in Champions League, allora la Juventus sta disputando un campionato strepitoso e altamente al di sopra delle aspettative e dove di fatto, ha già raggiunto l’obiettivo.
L’andamento stagionale però pre Empoli raccontava di una media punti assolutamente da Scudetto, con la Juventus che prima dello scontro diretto contro l’Inter del 4 febbraio non perdeva da settembre contro il Sassuolo.
Una rosa sopravvalutata e con un gioco risibile. Allegri non ha però tamponato con la mentalità e il calendario favorevole
Però se in molti consideravano questa Juventus una squadra da Scudetto, allora qualcuno ha sbagliato i calcoli. La rosa a disposizione di Massimiliano Allegri non è la più forte del campionato e a parte 3/4 elementi (Bremer, Rabiot, Vlahhovic, Chiesa) non dispone di giocatori di ampissima caratura e che ha nei piedi la possibilità di ammazzare la Serie A.
Ad unire questo la principale critica volta da molti (tifosi e addetti ai lavori) alla Juventus. I bianconeri non hanno un’idea di gioco precisa o più brutalmente, non c’è proprio nessuna idea.
I bianconeri si sono basati sopratutto su fiammate individuali, una grandissima organizzazazione difensiva e su un estremo cinismo con un rapporto tra occasioni create/gol fatti che ha del notevole.
Una volta però venuti a mancare i due pilastri della solidità della retroguardia e l’appannamento della lucidità in zona offensiva (solo 1 gol nelle ultime tre partite), la Juventus non si è potuta agrappare ad un’idea di calcio identitaria e che potesse colmare delle mancanze che potevano presentarsi prevedibilmente presentarsi in stagione.
Questo è il punto centrale dove si può battere cioé che con il solo cinismo e la difesa non poteva durare per sempre se con la palla poi non sai cosa fartene.
Una colpa però può essere mossa ad Allegri. Che non fosse un esteta, un belgiochista e che abbia un’idea di calcio molto essenziale è ormai cosa nota. Ma sorprende però il calo psicologico di un gruppo che aveva saputo reggere fino a poche settimane fa, ma che non ha reagito alla sconfitta di San Siro contro l’Inter subendone un’altra di fila.
Qualcosa da analizzare su come un tecnico vincitore di 6 Scudetti non abbia saputo tenere la barra dritta di squadra, apparsa spaesata cotnro l’Udinese e incapace di gestire la pressione del momento.
Un’ultima riflessione poi sul calendario. Scontro diretto a parte, la Juventus aveva in casa Udinese e Empoli, l’Inter andava conseguentemente in trasferta con la Fiorentina e con la Roma. Il non capire l’opportunità che si poteva presentare è forse il peccato più grande in casa Juve in questi giorni complicati.