Juve-Bernardeschi, che intrigo! Può tornare ma solo in un caso: ecco quale

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Nella giornata di oggi sono emerse numerose indiscrezioni, riportate in particolare dalla Gazzetta dello Sport, su un possibile ritorno alla Juve a gennaio di Federico Bernardeschi. L’attuale esterno del Toronto ed ex proprio dei bianconeri tra le altre vorrebbe tornare in Europa, e in particolare in Serie A, già dalla scorsa estate quando i numerosi interessamenti si sono scontrati con la difficile situazione contrattuale che lega l’italiano al club canadese. Il Fisco americano infatti non aiuta ed è per questo che il clamoroso ritorno alla Continassa di quello che è un vero e proprio pupillo di Allegri potrebbe verificarsi solo a titolo temporaneo e neanche fino al 30 giugno. Ecco il punto della situazione.

Bernardeschi, ritorno alla Juve possibile solo in prestito: la ricostruzione

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Come riferito da TMW, per una questione fiscale negli Stati Uniti c’è una legge che avvantaggia chi arriva dall’estero e che lavora per due anni sul suolo americano.

In caso di partenza anticipata si deve pagare circa il 50% di quanto guadagnato allo stato americano. Il punto è che lui deve rimanere per più di 183 giorni in America per far sì che risulti residente effettivamente lì.

Quindi se andasse via in prestito a gennaio, poi tornando intorno a fine maggio, a Serie A conclusa, non avrebbe nessun obbligo fiscale perché poi soggiornerebbe per più di sei mesi negli Stati Uniti, non perdendo quindi lo status di immigrato con benefit.

Il retroscena sul mancato passaggio al Besiktas

Bernardeschi Napoli
(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Durante il calciomercato estivo, Bernardeschi era stato a un passo dall’addio a Toronto per approdare nel campionato turco, al Besiktas.

Il problema è assimilabile a quello relativo al Decreto Crescita. L’ex Fiorentina infatti ha un contratto di altri 4 anni a 5 milioni netti, più altri due anni con un’opzione che va in base alle presenze.

Il Besiktas aveva messo sul piatto 3 anni a 4.5 netti più bonus, più 1 milione come contributo di solidarietà per sistemare la questione con il fisco, mentre il Toronto non gli avrebbe concesso nulla lasciandolo però libero senza chiedere niente per il cartellino.

L’italiano avrebbe dovuto quindi rinunciare a 1.5 milioni da ridare allo stato più altri 6.5 degli anni di Toronto (0.5 all’anno più il quarto anno per intero). Totale otto milioni. L’affare è definitivamente saltato.