Julian Draxler, un talento cristallino vittima di innumerevoli infortuni
La Germania ha prodotto nell’ultimo decennio una lunga serie di ottimi calciatori offensivi, tra cui Julian Draxler, ma la sua carriera è sempre più caratterizzata dagli infortuni. Allo Schalke 04 era diventato determinante già a 17 anni conquistando la nazionale a 19. Nei cinque anni con i Königsblauen si è fatto conoscere anche in Champions League raggiungendo le semifinali e segnando nel complesso 30 gol in 170 partite. Era lo Schalke 04 dei grandi talenti che sfornava lui, Neuer, Goretzka e Sané tra gli altri. In tutto questo, l’ultimo palcoscenico di Raúl. Draxler sembrava un predestinato e le qualità per entrare nell’elite del calcio mondiale c’erano tutte. Il fisico, però, troppe volte non ha retto.
Julian Draxler, tra PSG e Benfica una carriera contraddistinta da infortuni
Dopo lo Schalke 04, a 22 anni e già tantissima esperienza, arrivò il Wolfsburg. Un’esperienza di un solo anno e mezzo e non proprio positiva. Prima stagione con 8 gol in 31 partite, all’inizio della seconda zero realizzazione e un dissapore con la società sempre più forte. In questa fase arriva l’occasione della vita: il Paris-Saint Germain. Draxler arriva a Parigi con l’esperienza europea maturata soprattutto a Gelsenkirchen e un Mondiale vinto nel 2014 da comparsa solo nel finale del match capolavoro dei tedeschi contro il Brasile. Non c’era solo quello nella storia di Draxler perchè qualche infortunio già c’era stato. Il più grave nell’ultima stagione con lo Schalke 04: 21 partite saltate per una lacerazione al tendine. L’anno prima, invece, sei gare saltate per problemi muscolari. A Wolfsburg è sempre questo il motivo che gli fa saltare sei gare.
Al Parco dei Principi, però, Draxler si presenta bene. Il club è ricco di calciatori di alto livello, ma nella prima stagione, da gennaio a maggio, segna 10 gol in 25 partite. Nella seconda e nella terza è protagonista superando sempre le 45 presenze, ma non segnando mai più di cinque gol. Il bivio della carriera arriva nel 2019 dove inizia il calvario. In tre anni salta quasi 40 partite e non ritrova mai più nè la centralità nè la forma che gli permettevano di esprimere al meglio la sua classe. Nell’estate di quest’anno, ormai ai margini a Parigi, arriva il prestito in un club in cui la tecnica domina: il Benfica. Anche qui, però, lo tormentano gli infortuni. Solo 10 partite giocate, tra cui tanti spezzoni, con due gol all’attivo. Da metà ottobre un nuovo infortunio muscolare che gli fa saltare le restanti partite fino alla pausa. Anche la nazionale diventa un miraggio. Solo due presenze dal 2020 e, ovviamente, la mancata convocazione a Qatar 2022.