L’esterno della Juventus, Juan Cuadrado, è stata eletto dal quotidiano El Tiempo miglior giocatore colombiano del 2020. Proprio a tale quotidiano, L’ex Fiorentina ha rilasciato una corposa intervista in cui, ovviamente, ripercorre il suo anno. Il classe 88 ha parlato della sua crescita professionale, nonché della stagione complessa della Juventus. Inevitabilmente, non poteva mancare una menzione al momento della Nazionale colombiana.
“Sono molto contento, ringrazio Dio per questo, perché è lui che mi supporta.Questo premio è frutto di tanto lavoro e sacrificio, così come la disciplina che uno mette giorno per giorno. Sono orgoglioso di questo riconoscimento”.
“Un anno decisamente buono. La scorsa stagione abbiamo iniziato con Sarri, quest’anno con Pirlo e ho lavorato molto sul mio ruolo di esterno. Sono cresciuto molto calcisticamente, non solo in attacco ma anche nella fase difensiva. Questo mi ha aiutato molto a rimanere concentrato e a mantenere un buon rendimento. L’importante è continuare così e migliore di volta in volta”.
“È molto complicato. Quando c’è la Champions League, ci sono partite ogni due giorni. È difficile giocare un Barcellona-Juventus senza pubblico, però amiamo il calcio e cerchiamo di dare il meglio come sempre. Bisogna cercare da soli la forza che, spesso, ti dà il pubblico. Il pubblico ti aiuta: le grida, gli applausi e anche i fischi. Manca tutto questo e prima o poi tornerà”.
“Tutto questo periodo è stato complicato per tante persone, per alcuni molto di più, per altri meno. Io ho vissuto questo periodo come una riflessione, come un modo per dare agli altri quello che si è ricevuto. Un periodo per stare con chi si ama, e mostrare generosità agli altri. Ci piace aiutare chi ha bisogno, lo facciamo attraverso la fondazione Juan Guillermo Cuadrado. È stato un periodo buono per stare con la famiglia, conoscere meglio i figli e il loro cuore, perché quando stai con loro è sempre bello.”
“Sì, sono in un buon momento. Anche alla Fiorentina ho avuto momenti molto buoni di prestazione. Però ora sono un Cuadrado diverso, più maturo: so dove giocare, quando rischiare. Quando provare il dribbling o quando passarla, sono una versione diversa del giocatore della Fiorentina”.
“È stato un grande orgoglio, il primo capitano colombiano della Juventus. Dopo tanti anni qui, è davvero bello avere delle responsabilità essendo leader di un gruppo. Specialmente se in questo gruppo ci sono punti di riferimento importanti come Buffon e Cristiano Ronaldo, non solo come giocatori”.
“Provare a vincere uno scudetto che, sarebbe il decimo consecutivo, non è per nulla semplice. Vincere è sempre il nostro obiettivo ma, dopo tanti anni di vittorie della Juventus, le rivali sono agguerrite e hanno grande voglia di vincere. Sono tutte temibili, ma noi lavoreremo duro per vincere ancora”.
“Al futuro non penso, ho due anni di contratto alla Juve. Penso solo a questo”.
“No, io so a chi voglio bene e di chi mi posso fidare. Quando si vive di applausi, si muore di critiche. Gli stessi che ti applaudono sono i primi che ti attaccano. ovvio che ti ferisce, però, con l’aiuto di Dio, anche i momenti difficili ci aiuteranno. Siamo uniti, parliamo sempre e siamo come una famiglia che, nel momento del bisogno, c’è sempre. Pensiamo a stare bene per le partite di marzo”.
“Ho sempre detto ciò che penso, era un esempio, come un padre. La decisione è stata presa dalla Federazione e la rispetto”.