Italia Under-21, una gioventù che non diventa ‘grande’
Si infrange ai quarti dell’Europeo il sogno dell’Italia Under-21 di Paolo Nicolato. In semifinale vanno i portoghesi guidati da Rui Jorge. Il pareggio di Cutrone (3-3, ndr) a due minuti dalla fine dà entusiasmo, ma non basta. Nel primo tempo supplementare – complice l’inferiorità numerica per l’espulsione di Lovato – la Nazionale dei giovani lusitani dilaga con le reti di Jota e Conceiçao e vince 5-3. Altra delusione per la selezione degli azzurrini, il cui ultimo successo all’Europeo, risale addirittura al 2004. Per tornare all’ultima finale disputata occorre riavvolgere il nastro fino al 2013. Ennesimo epilogo deludente e Nicolato segue le orme dei predecessori Di Biagio, Mangia e Ciro Ferrara.
Il filo conduttore che collega i percorsi delle varie selezioni è, senz’altro, la grande bolla di aspettative che si crea prima della partecipazione. I nomi, sulla carta, scaldano e impongono fiducia salvo poi infrangersi in prestazioni talvolta contraddistinte da immaturità – calcisticamente parlando – e dalla sensazione che, oltre ad una determinata soglia, non si possa andare. Il grande quesito allora è: “Non lanciamo più giovani di qualità o non siamo in grado di far emergere la qualità stessa dei giovani?”.
Ai posteri l’ardua sentenza. Può senz’altro essere un problema di tecnica, di talento, ma notare come gli azzurrini abbiano rimediato ben 6 cartellini rossi in quattro partite, senz’altro, è la dimostrazione di come manchi molto anche dal punto di vista dell’atteggiamento. Ieri Lovato, dopo Marchizza contro la Slovenia, Scamacca e Rovella contro la Spagna, Tonali e ancora Marchizza nella gara inaugurale contro la Repubblica Ceca.
Nel 2019, il tecnico Luigi Di Biagio, aveva per le mani una delle migliori selezioni di sempre. L’Europeo Under 21 si giocò in Italia ma – complice il format della competizione – la giovane Nazionale non superò neppure il girone. Talenti purissimi come Barella, Zaniolo, Kean, Bastoni, Mancini, Chiesa ecc. non bastarono per regalarsi un sogno. Anche allora, la componente comportamentale fece la differenza con ‘il caso Zaniolo-Kean’ esclusi prima del match contro il Belgio per essere arrivati in ritardo ad una riunione con la squadra.
Che dire del 2017, quando ancora sotto la guida di Di Biagio, l’Italia Under 21 riuscì a superare come prima il proprio girone con la Germania (vincitrice finale del torneo, ndr). Nel momento della sfida decisiva contro la Spagna in semifinale, gli azzurrini devono fare a meno di Berardi squalificato. Gagliardini lascia in 10 i compagni contro gli iberici. Il tutto, a pochi giorni di distanza dall’episodio del lancio delle banconote verso Donnarumma, coinvolto nella spinosa vicenda del rinnovo di contratto con il Milan. Troppi elogi e poca sostanza? Poca mentalità? Metodi di crescita da rivedere?. Nessuno di tali argomenti ne esclude altri, con un’unica e dolorosa realtà: L’Italia del giovani non riesce a diventare grande.