L’Italia si è riunita ieri a Coverciano per iniziare il percorso che porterà Mancini e i suoi ragazzi a giocarsi il mondiale in Qatar da campioni d’Europa. La paura è che ci possa essere da parte del tecnico l’effetto riconoscenza già accaduto a Bearzot dopo la vittoria del 1982 e da Lippi dopo il trionfo del 2006. La fortuna di Mancini è che tolte le due colonne portanti della difesa, Bonucci e Chiellini (che deve gestire al meglio il suo minutaggio), nessuno dei ragazzi titolari dovrà essere pensionato per Qatar2022 e neanche per Euro2024. L’Italia del Mancio è un gruppo molto giovane ma se le altre nazionali proveranno a trovare contromisure agli azzurri ecco che servirà passare al contrattacco è preparare qualche nuova soluzione da inserire in una squadra collaudata. Zaniolo, Scamacca, Raspadori, Kean, Calabria e Pellegrini che non hanno preso parte all’Europeo chi per scelta tecnica, chi per infortunio e chi come Raspadori ha avuto pochissimo spazio, rappresentano il nuovo che avanza e potrebbero essere figure importanti nei prossimi anni.
Volendo trovare punti deboli in questa nazionale ecco che il ruolo di esterno destro è forse quello che avrebbe bisogno di un nome importante. Florenzi non è più giovanissimo, Di Lorenzo verosimilmente dovrebbe essere la riserva nonostante con club e nazionale stia giocando molto bene, ma qui parliamo di prospettiva. A questo proposito Calabria, 24 anni, sarà da monitorare e da integrare man mano nello scacchiere di Mancini dopo aver concluso una stagione in maniera convincente e con Pioli è arrivata anche personalità e consapevolezza tattica.
L’età media del reparto è incoraggiante: Locatelli, Pessina, Castrovilli, Sensi, Barella sono tutti giovani che hanno già passato lo step delle “belle speranze” e sono punti fermi o quasi nei loro club. E sta tornando Lorenzo Pellegrini: sarebbe andato all’Europeo senza l’infortunio, ma non da titolare. Nel 4-3-3 di Mancini ha spesso sofferto da mezzala (sia di regia sia d’incursione). Meglio da esterno d’attacco. Mourinho lo schiera trequartista offensivo, dietro Abraham, con le spalle protette dalla mediana fisica e geometrica Cristante-Veretout. Con lui ci si potrebbe “inventare” qualcosa davanti.
In avanti siamo coperti per i prossimi 10 anni almeno. Zaniolo (22 anni) è il predestinato, il giocatore con il potenziale più alto della nazionale. Se torna quello pre-infortunio abbiamo, letteralmente, un crac europeo. Mancini non ha escluso un suo impiego da mezzala offensiva ma il suo ruolo è lì davanti. Un giorno potrebbe comporre un tridente con due tra Scamacca (22 anni), Raspadori (21 anni) e Kean (21 anni), al cospetto dei quali Chiesa (23 anni) sembra un veterano. Scamacca è un moderno vecchio numero 9, potente ma tecnico, il problema resta più di testa ma ci sono i margini per crescere da quel punto di vista. Discorso simile per Kean che potrebbe ambire al ruolo di nuovo Mandzukic, attaccante di fascia dalla doppia fase che farebbe la felicità anche di Allegri. E Raspadori somiglia a un piccolo Pablito dai movimenti eleganti, buono anche da esterno o libero di muoversi sulla trequarti, insomma un jolly per l’attacco. Il futuro sembra già adesso, eppure, siamo belli e giovani anche adesso.