Italia, parola d’ordine: rialzarsi, contro l’Olanda il futuro del C.T.
Italia, vietato sbagliare. Contro l’Olanda, nella finalina di Nations League, occorre dare il massimo anche per il futuro di Mancini.
“Menomale che il Napoli ha preso l’allenatore”. Scherza Roberto Mancini dopo il tonfo con la Spagna, è l’unica cosa che può fare per mandare via le voci di un rapporto – quello con la Nazionale – presumibilmente al capolinea. Gli Azzurri, dopo Wembley, hanno attraversato più bassi che alti. Il successo Europeo, invece di dare certezze, ha aumentato dubbi. Anche su Mancini che, se scherza sull’allenatore del Napoli, è perchè sa bene che in questi mesi è stato accostato a più di un club. Visto che il rapporto con la Nazionale non sembra essere più quello di prima.
Testa bassa e fiato corto: l’impressione è che siano finite le idee e anche gli stimoli. Bisogna ritrovarli, però, perchè Mancini resta al suo posto ma l’indirizzo dev’essere un altro. Non è possibile arrivare alle partite che contano in balia delle incertezze. “Si gioca meno insieme rispetto a prima – dice Mancini – i giocatori sono più stanchi. Alcuni hanno cercato di recuperare, ma non è bastato”. Sarebbe, insomma, una questione di tempistiche. Ufficiosamente, però, l’ex Lazio sta pensando di cambiare qualcosa.
Italia al bivio, contro l’Olanda le ultime speranze azzurre
Anzi: quasi tutto, perchè a certi livelli squadra che vince non si cambia fin quando ci sono i risultati. Roberto Mancini, invece, questo concetto dopo gli Europei l’ha esasperato non poco. Anche lo scorso anno – sempre in Nations League – si faceva fatica a trovare un nuovo assetto perchè il Commissario Tecnico soffriva di qualcosa che hanno pagato anche altri suoi colleghi: la riconoscenza dopo un trionfo. Gli “eroi di Wembley” – come sono spesso stati definiti – sono destinati a rimanere nella storia.
Non necessariamente nel presente. Vale a dire che, se si vuole ricaricare le pile di questa Nazionale, bisogna ripartire dalle novità e dalla voglia di rimettersi in gioco: il tempo degli onori è finito, ora tocca agli oneri. Arrivare all’Europeo 2024 in condizioni accettabili, con qualche garanzia in più in mezzo al campo. Cambiano tutti i reparti e soprattutto cambia la prospettiva: una visione diversa per cercare di non ricadere negli errori e nei fantasmi del passato.
La rivoluzione giovane
A tal proposito, l’Europeo è in gioco come banco di prova e la prima partita è in Macedonia: il destino ha fatto il suo, l’Italia deve metterci il resto per non prestare la storia del calcio a ulteriori brutti scherzi. Contro l’Olanda, quindi, c’è l’occasione di premere il tasto reset. Si comincia dai portieri: Donnarumma resta titolare, ma occhio a Meret e Vicario che potrebbero insidiare il Commissario Tecnico nelle scelte. Senza contare Carnesecchi che, con Nicolato, sta vivendo l’età dell’oro.
In difesa il ricambio generazionale è obbligato: Di Lorenzo, sulla destra, unica certezza. Cambiaso è un elemento interessante, ma ha offerto prestazioni discontinue. Troppo poche per dare una valutazione completa. Stabile e arruolato, verrebbe da dire, a sinistra Dimarco. L’interista è stato inserito anche tra i migliori della Champions. Il suo nome nel novero della top 11 del torneo. In crescita Parisi e Udogie, al centro Scalvini e Bastoni (anche lui fra i migliori della Coppa Campioni) oltre a Pirola e Baschirotto con Gatti a supporto. Nomi su cui Mancini già ha messo gli occhi. Complice anche il Mondiale U20.
Da dove ripartire
A centrocampo, invece, le cose sono diverse: la situazione è convulsa. Mancini in mediana non ha problemi: Tonali può diventare il riferimento del reparto. Alla Pirlo, dato che per molti è l’erede naturale del “maestro”. Da valutare Fagioli, Casadei e Ricci. Sulla trequarti spicca Baldanzi, oltre a Frattesi, Miretti, Fazzini e Rovella. Senza contare Bove, Esposito e Locatelli. Menzione a parte per Enschede: utile per far rifiatare Barella. L’abbondanza di reparto consente anche una varietà tattica: il Commissario Tecnico può giocare a tre, oppure con una mediana a due e un trequartista, persino a rombo.
In ultima istanza c’è l’attacco che, al momento, è il reparto che presenta meno alternative: il nome su cui puntare è quello di Retegui, centravanti d’area. Poi c’è l’uomo mercato Scamacca, più simile a un 9 di movimento. Subito dopo troviamo Raspadori, Kean e Cambiaghi. Da valutare, invece, Pafundi accanto al giovane veterano Gnonto. L’Italia c’è: scegliere di ripartire è l’unico imperativo possibile e, in mezzo a esperimenti ed eventuali valutazioni, gli elementi non mancano. Mancini deve rimettersi a fare il talent scout e puntare su scelte innovative: alla Zaniolo, per intenderci. La corsa contro il tempo è iniziata, l’Europeo attende ma prima il banco di prova degli Orange. Una sorta di “riparazione” in attesa degli esami che verranno.