Italia-Macedonia, Pandev: “Ci sappiamo esaltare contro le big, Elmas ci mancherà”
Nella vigilia di Italia-Macedonia del Nord è stato Goran Pandev a parlare del possibile sogno che guida la sua nazionale che domani al Renzo Barbera dovrà vedersela contro la Nazionale di Roberto Mancini, in cerca del pass europeo. L’attaccante ora al Parma, in Serie B, ha parlato della partita, ma anche del calcio italiano nella sua completa generalità ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
Italia-Macedonia, vista da Pandev
Sulla partita: “Più attenzione, più motivazioni: contro i campioni vogliono giocare bene tutti. La mentalità balcanica è questa: puoi battere la Germania e perdere con Andorra. In nazionale, soltanto il terzo
portiere gioca nel campionato macedone. Per forza: il campionato è un disastro, le infrastrutture sono quelle di 30-40 anni fa, fanno schifo. Ho provato a cambiare qualcosa, ho aperto una scuola calcio, ma non ci aiuta nessuno, neanche la federazione“.
Sulla mancanza di Elmas: “Fondamentale, forse il più forte dei nostri, e conosce bene anche gli italiani: ci mancherà”.
Sull’addio dell’ex ct macedone: “Aveva portato serietà, professionalità: con lui giocava chi meritava, non chi poteva essere venduto bene in Europa come volevano i d.s. e i procuratori. Il gruppo di oggi l’ha creato lui: non
conosco bene Milevski, gli auguro il meglio, ma non sarà facile fare come Angelovski“.
Sulle scelte dell’attuale Milevski: “Mi spiace tanto per Nestorowski: so quanto ci teneva ad esserci, a Palermo poi…Ilija ha dato tanto per la Macedonia, voleva almeno stare col gruppo: sarebbe servito più rispetto, cosa cambiava chiamare uno o due giocatori in più? Con la sua esperienza e la conoscenza dei difensori italiani ci avrebbe dato una mano anche in 20“.
Sull’assenza di Bonucci e di Chiellini: “Giocano insieme da una vita e si conoscono a memoria: se non ci saranno, sarà un bel vantaggio per noi. A me piace molto anche Bastoni: farà una gran carriera”.
Su Immobile: “Non è facile neanche alla Lazio: hai la piazza addosso. Ma con Sarri la squadra gioca molto per lui e forse in Nazionale sente un po’ di pressione: normale, da titolare di una squadra che ha sempre avuto grandissimi centravanti. Ma lui è utile per il gioco che vuole Mancini: forse ha solo bisogno di fare due o tre gol di seguito, per sbloccarsi”.
Sulla mancata convocazione di Balotelli: “Se c’è uno che conosce a memoria Mario è il Mancio :lo ha allenato ovunque. Magari in una partita secca è tipo da esaltarsi, ma non sta a me dire se sarebbe servito o no: io posso dire che a noi serviva Nestorovski, invece l’Italia ha dieci attaccanti e dunque un Balotelli in più o in meno non cambia molto”.