Italia, Mancini: “Retegui ha detto subito sì, Zaccagni lo teniamo in considerazione”
Roberto Mancini, CT dell’Italia, ha parlato in conferenza stampa dal ritiro di Coverciano. Le sue dichiarazioni riprese da TMW.
Italia, la conferenza di Mancini
Venti mesi dopo la finale è di nuovo Italia-Inghilterra. Chi delle due è più avanti?
“Ormai è diventato un classico Italia-Inghilterra, un po’ come Italia-Germania. Loro credo siano da diverso tempo una grande nazionale, piena di giocatori di talento, di forza e di tecnica. Sarà una gara dura come lo sono state tutte le altre. Loro hanno più scelta di noi per tanti motivi, ma a Napoli vogliamo disputare una bella partita, giocare bene e iniziare bene queste qualificazioni. Però loro sono forti”.
Perché non c’è Zaccagni? E Casale?
“Casale è un giocatore che seguiamo come seguiamo i pochi italiani che ci sono. Zaccagni sta facendo un ottimo campionato e non c’è nessuna motivazione particolare, la Nazionale è aperta a tutti e se continua così ci sarà altre volte”.
Kean e Zaniolo, il talento si sta disperdendo? Quest’anno ci sono 100 gol in meno in campionato, come mai?
“Di italiani che segnano non ce ne sono molti… Zaniolo non è stato chiamato perché ha ripreso da poco e non è ancora al massimo della condizione, non ha ancora giocato partite intere. Lui se fa bene al Galatasaray verrà chiamato e anche Kean speriamo possa migliorare e migliorare. Però è anche vero che il tempo passa, quindi la speranze è che possano capire che hanno grandi qualità e che alla Nazionale servono”.
Primo ritiro senza Vialli
“Ne ho già parlato coi ragazzi, per noi sarà importante ricordarlo. Come se fosse qui con noi. Lui aveva i suoi spazi e non è semplice per noi, dobbiamo provare a fare bene anche per lui”.
Mancini spiega la convocazione di Retegui
Prima chiamata per Retegui?
“Lo seguivamo da tempo, ha qualità ed è un ragazzo giovane. Non pensavamo dicesse di sì, abbiamo un po’ tergiversato e invece ha detto subito sì. La speranza è che possa essere importante, è un ragazzo sveglio e giovane”.
Non c’è il rischio che si snaturi il concetto di Nazionale?
“Io anni fa dissi che in Nazionale dovevano giocare i calciatori nati in Italia, ma non c’era ancora questo problema qui e il mondo è cambiato. Tutte le nazionali europee hanno giocatori naturalizzati da altre nazioni. Noi abbiamo ragazzi che hanno fatto tutta la trafila con noi e poi sono stati presi dalla Nazionale A di altre Nazioni. E noi stiamo facendo la stessa cosa. E’ inutile parlare, in Italia ce ne sono pochi. Siamo messi peggio di Soutghate, se c’è la possibilità di prendere nuovi giocatori li prendiamo”.
Come stanno Chiesa e Dimarco? Perché ci sono pochi attaccanti che nascono in Italia?
“Chiesa era a Torino a farsi un esame oggi ma non credo. Dimarco ora è a fare gli esami, da capire in che condizione è, altrimenti chiameremo qualcun altro. Sugli attaccanti: non ho idea del motivo per il quale vengano fuori pochi attaccanti, siamo davvero molto limitati nel reparto offensivo. Ci sono gare a livello Primavera che non hanno italiani. Abbiamo tre squadre ai quarti di Champions League, ma su tre squadre gli italiani al massimo sono 7/8. La realtà è questa”.
Campionato troppo nervoso?
“Un po’ di nervosismo c’è, soprattutto le squadre che giocano per la Champions League perché il Napoli ha già 3/4 di Scudetto sulla maglia. Locatelli? E’ sempre stato con noi, a centrocampo siamo tanti e può capitare che non venga convocato. Quella di ieri è stata una delle sue migliori partite, deve continuare così”.
Come affronterai il problema del centravanti? Giocherà Rertegui?
“C’è Scamacca, c’è lui e c’è Gnonto, è una di queste tre, sperando stiano bene. Scamacca non ha i 90 minuti, ha giocato solo 65 minuti in Coppa. Gnonto è l’unico che gioca sempre in Premier League. E Mateo ora lo seguiamo”.
TMW – Tre squadre ai quarti di Champions, si può parlare di rinascita del calcio italiano?
“No, non si può parlare. Al massimo dei club di Serie A. Ci fossero 50/60 giocatori italiani sarebbe diverso, magari anche la metà, ma così no. Non è una rinascita del calcio italiano”.
TMW – Dall’ultima convocazione Pafundi ha giocato solo 9 minuti e lei l’ha richiamato. Perché?
“Prima Pafundi, poi tutto il resto: questa è la mia idea quando scrivo la lista. Ha qualità incredibili, è un ragazzo che ha compiuto adesso 17 anni e la speranza è che possa giocare in Serie A e poi essere un calciatore della Nazionale per i prossimi 20 anni. Crediamo molto in lui”.
Qual è a suo avviso il problema principale?
“In Italia non gioca più nessuno per strada. Noi giocavamo 3-4 ore per strada e poi andavamo ad allenarci, oggi questo non accade più. Non è un caso se giocatori nascono ancora in quei paesi, come Uruguay, Argentina o Brasile, dove si gioca ancora molto per strada. Perché Gnonto in Italia non l’ha preso nessuno? Poteva giocare per la Sampdoria o la Fiorentina. Nessuno l’ha preso, però gioca titolare in Premier League. In Olanda c’è Oristanio che gioca bene in Eredivisie. Zaniolo è un po’ l’emblema, non giocava e poi s’è ritrovato titolare in Champions League. Noi dobbiamo cercare di andare a scovarli da qualche parte, in tutti i modi”.
Perché è importante partire bene?
“Perché non è un gruppo semplice. C’è l’Ucraina che non è tra le ultime e quella con l’Inghilterra è diventata una gara importantissima. E poi la Nazionale è importante, tutti vogliono giocare Europei e Mondiale. Le motivazioni sono tante, veniamo da un mese con tante partite, i giocatori sono anche sotto stress ma noi abbiamo questi giorni e dobbiamo provare a recuperare per giocare al meglio giovedì. E poi non si sa mai nella vita, rivincere un altro Europeo… Ma prima dobbiamo qualificarci”.
Giovedì sarete al Maradona: cosa ti aspetti? E cosa puoi dirci di questo Napoli?
“Il Napoli è una squadra che gioca un calcio davvero internazionale, si merita di vincere lo Scudetto e la Champions chissà, chi è lì in questo momento può arrivare in fondo. Mi aspetto una spinta dai tifosi di Napoli, come sempre”.
Con che spirito ripartite? Cosa è rimasto della squadra che ha vinto l’Europeo?
“Di certezze non ne ho mai, le cose possono cambiare in tre giorni. Purtroppo c’è stata la difficile parentesi del Mondiale, ma la squadra a parte qualche partita, che poi sono state davvero poche, ha sempre fatto bene. Siamo arrivati due volte alle finali di Nations League, questo vuol dire che valori ci sono. Dobbiamo ricostruire qualcosa di importante perché per arrivare a vincere devono esserci basi solide. Cose buone nelle gare di Nations ce ne sono state”.
Hai un modulo di riferimento?
“Il mio modulo è quello lì, poi è anche vero che in Italia i nostri difensori giocano col 3-5-2. Il nostro però è il modulo che ci dà maggiori sicurezze”.