Italia, Folorunsho: “Per questa nazionale giocherei anche in porta. E’ un onore essere qui”
Domani sarà il giorno di Spagna-It alia. Oltre al CT Luciano Spalletti, nella conferenza stampa della vigilia, ha parlato anche Folorunsho.
E’ la vigilia di Spagna-Italia, sfida che andrà in scena domani dalle 21.00 alla Veltins-Arena di Gelsenkirchen. Gli azzurri e gli iberici sono in testa al Girone B, grazie alle vittorie all’esordio e il match di domani potrebbe decidere quale delle due Nazionali passerà come prima. In conferenza stampa, insieme al commissario tecnico Luciano Spalletti, ha parlato il centrocampista del Napoli, Micheal Folorunsho.
Italia, le parole di Folorunsho in conferenza stampa
Come state preparando la partita? Giochi?
“La partita la stiamo preparando molto bene, stiamo lavorando duro e ci stiamo mettendo tutto per riuscire ad arrivare pronti alla partita. Se gioco non lo so, bisogna chiederlo al mister, io sono a disposizione ed è già un onore essere qui”.
Un anno fa giocavi i play-off col Bari, sognavi di essere qui oggi?
“Un anno fa era impensabile, non potevo mai credere di ritrovarmi qui un anno dopo a giocare un Europeo con la Nazionale. Alla base di tutto credo ci sia il lavoro, non ho mai smesso di sognare ma ora che ho raggiunto determinati livelli devo lavorare ancora più duramente. So che devo lavorare molto, sono indietro rispetto ad alcuni miei compagni, questo per me è un punto di partenza”.
Come ti sembra l’atmosfera in Germania?
“C’è una bellissima atmosfera, è una sensazione bellissima trovare gli italiani che sono qui in Germania pronti ad abbracciarci e a sostenerci ogni volta che usciamo dall’albergo. Siamo molto contenti di aver regalato una gioia agli italiani che sono qui, vogliamo continuare a renderli orgogliosi di noi”.
Dove ti vedresti in campo con la Spagna? Che duello sogni?
“Come ho già detto, io la giocherei anche in porta. L’importante è dare un contributo alla squadra, io mi farò trovare pronto in qualsiasi zona del campo. Poi il mister saprà collocarmi nella zona giusta se pensa che potrò aiutare la squadra”.
C’è qualcuno a cui vuoi dedicare questo Europeo? Perché solo a 26 anni a questi livelli?
“Ogni calciatore deve affrontare il suo percorso e io ho fatto il mio, non lo cambierei con quello di nessuno. Semplicemente prima tante persone hanno pensato che non ero pronto: io ho accolto quella decisione e ho continuato a lavorare. Ora mi sento pronto per affrontare certe sfide che prima pensavo fossero troppo grandi. La dedica va a mia mamma e alla mia famiglia. A 26 anni ho affrontato il mio primo anno di Serie A: tanti ci arrivano prima, ma c’è anche chi ci arriva dopo. Ognuno ha il suo percorso”.