Italia, Costacurta: “Bisogna ripartire dalla Primavera. Mancini deve restare”
Dopo lo shock per l’inaspettata eliminazione dai Mondiali dell’Italia, sono già tante le riflessioni ed i pensieri sull’argomento. Per molti la situazione è preoccupante, per altri bisogna ripartire a testa bassa. I pareri sul futuro di Mancini sono discordanti, ma, come sempre c’è chi prova a trovare il punto dalla quale riprendere il cammino intrapreso con la vittoria degli Europei. Chi lo ha fatto è Billy Costacurta, che ha parlato dell’Italia, a partire dalla débâcle contro la Macedonia, passando per il futuro del ct della Nazionale e tanti altri argomenti. L’ex difensore ne ha parlato a Repubblica. Di seguito le sue parole.
Le parole di Costacurta sull’Italia
Da dove ripartire
“Dal campionato Primavera. Ne avete visto qualche partita, di recente? Io sì. E ho scoperto che i giovani non corrono più, non crossano e non dribblano. Nessuno glielo insegna. Invece di occupare l’area avversaria, girano al largo”.
Così come l’Italia?
“Da cosa nasce cosa, oppure non nasce niente. Stiamo diventando il calcio dei tremila passaggi all’indietro e della terribile costruzione dal basso: non serve a nulla, anzi produce danni incalcolabili”.
Di chi è colpa?
“Beh, di “tessuto” davvero buono ne è rimasto poco. Ci sono giocatori in fase discendente, come Insigne, o irrealizzati in Nazionale come Immobile. Ai miei tempi, anche Mancini era un po’ come lui. Roberto era il più forte di tutti insieme a Baggio, ma come Immobile in azzurro sembrava bloccato”.
Ora è giusto che Mancini rimanga?
“Non fu facile convincerlo, ma era la scelta perfetta. Ha dato gioco alla squadra, ha puntato sull’attacco, ha vinto un magnifico Europeo. Ma adesso credo voglia abbandonare”.
Dovrebbe abbandonare?
“No, perché non vedo alternative credibili. Non Cannavaro, non Pirlo: il nuovo Guardiola non esiste. E non mi convince neppure Ranieri, che pure stimo moltissimo. Serve un Mancini-bis: bisogna convincerlo a restare, come fecero le forze politiche con il presidente Mattarella”.
Sulle scelte di Mancini contro la Macedonia
“L’altra sera Roberto mi è parso poco reattivo. Verso il 60′ ho pensato: perché non mette Tonali subito? Non è riuscito a sorprendere, stavolta non ha estratto il coniglio dal cilindro. Resta il fatto che lo adoro e che vorrei restasse”.
La Nazionale è quella che ha vinto gli Europei o quella di qualche giorno fa?
“Non lo so più. Non puoi non battere la Macedonia del Nord in casa, non esiste. E non puoi vincere solo due partite al 90′ delle ultime dieci. Detto questo, a Palermo la squadra c’era, ma trentadue tiri e zero gol sono un’aggravante, non un’attenuante. E poi troppa agitazione, troppa frenesia. Siamo ritornati i più emotivi di tutti. Abbiamo generazioni di buoni giocatori e nulla di più. Il nostro calcio non attrae né i campioni stranieri, né gli investitori, non ha più allure. Però è pieno di giocatori stranieri che tolgono il posto agli italiani, anche perché alle società costano molto meno a livello fiscale”.
Costacurta, cosa è successo all’Italia dopo l’estate?
“Abbiamo vissuto un mese magico, però i problemi del calcio italiano sono ben più vecchi e durano da assai più tempo. In Nazionale ci sono giocatori che non hanno mai disputato neanche un minuto di Champions, ci sono il centravanti della Lazio e l’attaccante del Sassuolo. Le nostre squadre sono tutte uscite dalla grande Europa prima dei quarti”.
Sui giovani d’oggi nel calcio
“Quei pochi che fanno strada ci provano altrove. Ho visto la partita della nostra Under 20 contro la Germania. Sebastiano Esposito gioca nel Basilea, Gaetano Oristanio nel Volendam. Io istituirei una scuola di cross, con due modelli del Liverpool: Alexander-Arnold e Robertson. Ricominciamo da lì”.
I bambini si distaccheranno dall’Italia?
“Quest’inverno, mio figlio e i suoi amici guarderanno le serie tv, non le partite in Qatar senza gli azzurri”.