Il tecnico della Roma Paulo Fonseca, a pochi giorni dal ritorno di scena in campionato contro il Benevento, ha rilasciato una corposa intervista ai portghesi di Record. L’ex allenatore dello Shakhtar, ha parlato della sua Roma a 360 gradi. Dal periodo complesso causa Covid ai suoi obiettivi in giallorosso. Dalla sua idea di calcio all’approccio della nuova proprietà, fino a giungere al rapporto con la piazza romanista.
“Questi sono tempi difficili a causa della pandemia, quindi, è complicato programmare il futuro. È iniziata la mia seconda stagione a Roma, dobbiamo renderci conto che ci sono stati profondi cambiamenti. C’è stato il passaggio di proprietà, ora c’è la questione ds che potrebbe finalmente arrivare. È importante che il club trovi il giusto equilibrio per ottenere buoni risultati. Il nostro primo obiettivo è fare meglio della scorsa stagione: abbiamo iniziato a costruire una squadra molto giovane, dobbiamo capire la realtà ed il contesto in cui siamo inseriti”.
“Dobbiamo tenere in considerazione che, negli ultimi anni, ci sono due squadre che fanno investimenti molto più grandi della Roma. C’è anche una squadra con un progetto solido da diversi anni, ovvero l’Atalanta. Saranno ancora più forti dopo l’esperienza della Champions. La Lazio è una squadra che non è cambiata recentemente, ha anche lo stesso allenatore da cinque stagioni e meccanismi consolidati. Vedo un Milan più forte, che si è rafforzato e ha investito bene, così come il Napoli. Vogliamo inserirci nella lotta per la Champions League, consci che ci saranno due o tre squadre in lotta per il titolo. Noi ce la giocheremo con le altre”.
“Non mi considero mai soddisfatto, neanche quando vinco. Sicuramente ritengo sia stata una stagione positiva, in cui siamo riusciti ad ottenere 70 punti: nella stagione precedente ci avrebbero garantito il terzo posto. Non è successo perchè ci sono state quattro squadre che hanno fatto una stagione eccellente, più di quelle degli ultimi anni. Dobbiamo ricordare che abbiamo iniziato con un proetto con 14 giocatori nuovi. Abbiamo creato un sistema di gioco offensivo, siamo la seconda squadra della Serie A che crea più situazioni da gol. Non perdiamo in campionato da 11 partite, nelle ultime 11 abbiamo fatto 3 pareggi e 8 vittorie. È importante sotttolineare che, in questo processo di trasformazione della squadra, è stata fondamentale la crescita di molti giocatori, soprattutto i più giovani come Ibanez, Mancini, Veretout, Pellegrini, Zaniolo, Diawara e Spinazzola. Oggi sono molto più maturi e valorizzati”.
“Sì, credo che siamo riusciti a creare una squadra offensiva. Una squadra che gioca la maggior parte del tempo nella metà campo avversaria, che attacca e prova a costruire. Una delle cose che mi propongo è di aumentare il controllo del gioco con la palla e subire meno gol, sapendo che il campionato italiano è molto più specifico dal punto di vista tattico. Tra l’altro, la squadra al momento è pronta a giocare con due sistemi tattici e può farlo per tutta la stagione. Scudetto in 2-3 anni? Io sono sempre una persona ottimista, però, questo spirito positivo non mi distanzia dalla realtà. In Serie A ci sono squadre che hanno avuto più stabilità e hanno investito di più. Nonostante ciò, non è cambiata questa mia convinzione, continuo a lavorare con dedizione per raggiungere questo obiettivo e dare questa gioia ai tifosi della Roma”.
“Credo di essermi adattato facilmente al nuovo contesto. È estremamente motivante allenare in Italia. Ogni partita è una storia diversa, questo è entusiasmante per uno innamorato del gioco come me. La verità è che la mia squadra gioca solo per vincere e allo Shakhtar ho avuto questa possibilità. Qui a Roma è più difficile, la Roma non vince un trofeo da 12 anni, la gente deve capire che vincere in Italia è molto più difficile, tanto che negli ultimi anni ha vinto quasi sempre la Juventus. Sul cambio societario, noi sappiamo che quando arriva un nuovo proprietario, le aspettative sono molto alte: la gente si spetta grandi investimenti. Penso che il nuovo presidente sia entrato nel club in modo molto equilibrato e realitistico, comprendeno la realtà. Per noi è fondamentale la sua vicinanza, soprattutto alla squadra, la preoccupazione per risolvere i problemi, risolvere tutto ciò che è legato al funzionamento del team. Sono rimasto molto colpito, in senso positivo. Ora bisogna dargli tempo di lavorare. Penso che sia importante avere un ds che possa costruire una squadra vincente in futuro”.
“Noi allenatori non siamo mai soddisfatti del mercato. Avremmo potuto migliore qualcosa, ma è stato il mercato più difficile degli ultimi anni per via della pandemia. Ci sono grandi preoccupazioni. Per me era importante avere Smalling, era importante avere Pedro e Mkhitaryan. Sono stati importanti anche gli arrivi di Kumbulla e Borja Mayoral. Avrei voluto un sosituto di Kluivert, ma non è stato possibile. Ora non dimentichiamo che siamo senza ds da mesi, il che ha influenzato i movimenti. Pensato di essere mandato via? Io vivo ogni giorni in modo equilibrato. Se mi lasciassi andare alle speculazioni, non avrei successo. Sono sempre concentrato solo sul mio lavoro. La verità è che, parlando con i proprietari, ho sempre sentito totale fiducia nel mio lavoro”.
“Mi sento sempre molto sostenuto e amato dai tifosi. Possiamo dire che, in termini di passione e amore per il club, la Roma meriterebbe di vincere sempre lo Scudetto. Questo club e questi tifosi, credetemi, sono speciali. Mi piacerebbe vincere un titolo alla Roma perchè questi tifosi se lo meritano”.