Inter-Verona, VAR, morte e accuse: un clima che fa comodo

Inter Verona

(Photo by Marco Luzzani, Gettyimages) calcioinpillole.com

Inter Verona – La vittoria di ieri dei nerazzurri contro la formazione scaligera ha scatenato innumerevoli polemiche a causa del gol decisivo segnato da Davide Frattesi e considerato da annullare per un fallo ad inizio azione di Alessandro Bastoni sul centrocampista dei veneti Duda.

Il primo turno di Serie A del 2024 ha subito regalato emozioni forti e un immancabile e controverso episodio arbitrale. Il teatro è San Siro e la partita è Inter-Verona, lunch match dell’ultima giornata del girone d’andata.

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Inter-Verona, un clima d’odio alimentato da chi dovrebbe stare sempre zitto. Gravi accuse che passeranno in silenzio in un paese calcistico che scorda il passato

A dispetto dei pronostici la partita è stata altamente scorbutica per la squadra di Simone Inzaghi, che è riuscita a passare in vantaggio nel primo tempo con il solito Lautaro Martinez ma che poi non è riuscita a chiuderla, subendo il rientro del Verona con il pari di Thomas Henry.

E trionfando solamente in un finale ad alta tensione, trovando il gol vittoria con Frattesi al minuto 93 e salvandosi sul palo colpito da Henry su un rigore concesso agli ospiti in pienissimo recupero.

Questa la sintesi cronachistica di quanto accaduto, ma l’intero dibattito del post partita e che ha occupato l’Epifania di tanti tifosi e appassionati è stato l’episodio che ha portato alla vittoria dell’Inter. Pochi secondi prima del gol di Frattesi infatti, Bastoni colpisce in area Verona il centrocampista Ondrej Duda, che rimane a terra per qualche istante prima di rialzarsi subito senza aver subito danni.

Nè l’arbitro Fabbri né l’addetto al VAR Nasca rilevano la presunta irregolarità di Bastoni su Duda, e l’unico controllo regolamentare è quello sulla posizione di Frattesi sul gol, valutata poi corretta.

A seguito poi dell’errore dal dischetto di Henry, il controverso gol decisivo dell’ex mezzala del Sassuolo ha aperto la voragine delle polemiche e delle accuse.

Sulla carta stampata e sui social soprattutto è stato un profluvio di attacchi all’Inter, soprattutto da testate notoriamente vicine a una delle due rivali storiche dei nerazzurri e che in questa stagione si sta giocando il campionato contro la squadra di Inzaghi.

Il classico buttare benzina sul fuoco e la volontà di creare un clima ostile attorno ai nerazzurri, senza la volontà di analizzare nulla se non quella di voler prendere la pancia del tifo (l’attacco mass-mediatico all’Inter è stato piuttosto unilaterale ma il target ha riguardato soprattutto i supporters di una specifica squadra).

Ma come detto tra un cogliere l’occasione di buttarla in caciara e il mandare in tendenza il simpatico hastag #MarottaLeague, si può anche sforzare di fare delle analisi corrette. Nella giornata di ieri il termine più abustato è stato che Bastoni abbia dato una gomitata.

In realtà a guardare video e immagini, quello che accade tra il centrale nerazzurro e Duda è valutabile come un contatto di gioco fisico dove l’interista prende spazio sull’avversario, che come detto in precedenza cade con troppa facilità a terra e senza aver subito un colpo al volto o allo stomaco.

Si può dibattere che il VAR non abbia ritenuto il fatto degno di revisione o che il metro di Fabbri in Inter-Verona sia stato diverso da un collega che avrebbe invece fischiato, e su questo si può discutere.

Ma basta questo per creare un ambiente da Caccia alle Streghe verso il club nerazzurro? Evidentemente no, ma a qualcuno forse fa comodo così anche perché quello che è accaduto post partita è molto più grave.

Come il minor tono di polemica sull’1-1 realizzato dal Verona, viziato da un fallo netto su Arnautovic non ravvisato. Fabbri lo ha visto e lo ha valutato contatto sportivo? Allora potrebbe anche aver valutato tale anche la “botta” di Bastoni al povero Duda.

Ma è più facile dire che nella sala video VAR del Meazza c’era l’AD interista Marotta con affianco l’ex Presidente Massimo Moratti.

Oppure il minimo dubbio sulla validità del rigore concesso al Verona, con Darmian (che oggettivamente tocca l’avversario), ma con Magnani che vola in maniera molto scenografica per un contatto minimo. A dirla tutta Fabbri è sembrato molto più pro Verona, ma la macchina del fango è partita ed ora nessuno la ferma.

Un rovistare nell’umido, perché a farsi un giro ieri tra carta stampata e web il tenore degli articoli è passato anche sull’analisi della probabile posizione irregolare di Sommer sul rigore battuto dal Verona e che fosse da ribattere. Risposta al dilemma: il tacco dell’estremo difensore dell’Inter tocca la linea di porta e tanto basta.

O gli articoli moralisticamente superiori sulle esultanze di Acerbi e Dimarco in faccia ad Henry dopo il rigore sbagliato. Davvero? Siamo a questi livelli? Non è più semplice affermare che l’Inter prima (che magari a fine anno farà contenti tutti non vincendo nulla) fa girare i cosiddetti talmente tanto da perdere un po’ di dignità?.

Quella dignità che ad esempio non hanno avuto quei “tifosi” che sui social hanno augurato la morte ad Henry e alla sua famiglia.

Non ci sono prove a riguardo, ma ad andar di logica le gentili parole rivolte all’attaccante del Verona possono essere state scritte diciamo, da non simpatizzanti dell’Inter un poco delusi che l’avversario non ha beffato i nerazzurri col pari?.

Chissà, ma sicuramente  questo non lo troverete in prima pagina oggi, ma troverete il bel titolo “Campioni d’InVARno”.

Un cavalcare l’onda dell’odio sportivo che ha coinvolto anche il DS del Verona Sean Sogliano, che giustamente amareggiato per il risultato ha però detto una cosa gravissima ieri ai microfoni. “Sembra che qualcuno più in alto del VAR voglia che sia andata così”. Cosa volevi dire Sogliano? Concludi l’accusa perfavore.

L’Inter ha pagato il VAR, controlla la FIGC, ha corrotto Fabbri e Nasca? Chiudi la tua teoria però. Questo detto o non detto non convince. Anche perché questo coraggio c’è solo con l’Inter, data anche la non certezza di non essere ripresi per un’accusa simile da nessuno.

E per chiudere il bello è che tutto questo arriva da un paese che calcisticamente è stato in silenzio per anni di fronte ad uno dei più grandi scandali sportivi della sua storia, che a livello cronologico non è nemmeno così lontano.

Uno scandalo di cui tutti sapevano e che tutti hanno taciuto per convenienza, prima che la Giustizia Sportiva entrasse dalla porta principale e facesse abbassare la testa per sempre (almeno quella era la speranza).

Quello stesso scandalo che ha visto l’Inter come principale vittima, e che ora follemente e per tanti, piace definire come la nuova burattinaia del calcio italiano.

Nello stesso paese dove dei reati finanziari di prim’ordine non hanno comportato l’esclusione dal campionato, ma solo una “cospicua” multa. Indovinate la morale chi la sta facendo?.