Per l’Inter, questa che sta per terminare, è stata un’estate di grandi cambiamenti. L’effetto domino ha un inizio e una data precisa. Il 6 maggio, il presidente Zhang incontrava in sede tutto il Consiglio di Amministrazione e spiegava, a tutte le aree del club, la necessità di ridurre di molto i costi e le spese.
Da quell’incontro la società ha parlato anche con giocatori e con l’allenatore, Antonio Conte, che ha poi deciso di abbandonare il progetto nerazzurro un po’ come fece qualche anno fa con la Juventus. Zhang come obiettivo primario aveva assegnato all’a.d. Marotta quello di ridurre il monte ingaggi di circa il 20% e di chiudere il mercato con un attivo di circa 100 milioni di euro. Ecco perché tutti erano sicuri della cessione di un top, concretizzatasi poi con il passaggio di Hakimi al PSG per 60 milioni di euro più sostanziosi bonus per arrivare ad un’operazione da quasi 70 milioni di incasso. La cessione dell’esterno marocchino sembrava aver calmato le acque ma, ad inizio agosto, succede l’imponderabile.
Lukaku, ammaliato dall’interesse del Chelsea chiede di andare via. L’Inter aveva fatto di tutto per trattenere il simbolo della rinascita nerazzurra e dello scudetto appena conquistato ma i Blues ci vanno pesante e pagano l’attaccante belga per una cifra vicina ai 120 milioni di euro (115 milioni più bonus). E anche se restano ancora da saldare le operazioni proprio di Hakimi e Lukaku con Real Madrid e Manchester United la cifra che andrà nelle casse dell’Inter è molto alta. Detraendo anche i colpi effettuati in entrata si arriva a meno di 65 milioni spesi per il mercato e un utile di 120 milioni di euro. Missione compiuta da Marotta e squadra, che per il momento, non sembra aver subito il colpo di due cessioni pesantissime.