Alessandro Bastoni è approdato all’Inter in punta di piedi e sottovoce, tra la noncuranza generale dinanzi al possibile ennesimo profilo giovane da tenere in panchina solo in caso di bisogno.
Antonio Conte invece non l’ha mai pensata così, fin dal primo sguardo dato in allenamento all’ex Parma: la difesa a tre della scorsa stagione vedeva Godin titolare al fianco di Skriniar e De Vrij, ma ben presto il posto dell’uruguaiano è stato occupato dal giovanissimo difensore classe 1999. Lo stesso identico copione si è ripetuto anche in questa stagione, con Kolarov che in questo caso ne ha fatto le spese. Il difensore serbo sembrava potesse essere un tassello importante, ma Bastoni si è rivelato giovane e maturo allo stesso tempo, intelligente e di conseguenza indispensabile.
Con una stagione già sulle proprie spalle, il difensore mancino ex Parma è diventato inamovibile nello scacchiere di Antonio Conte. In questo anno e mezzo ha già collezionato 64 partite, con anche 1 gol e 6 assist all’attivo. Si, perchè gli assist in particolare sono una peculiarità di questo ragazzo, profilo del classico difensore moderno, dotato di un’ottima tecnica di base. Bastoni è di fatto il primo regista dell’Inter e ciò lo si nota chiaramente in fase di possesso, quando quasi si sostituisce alla mezz’ala dando una mano concreta in cabina di regia. A differenza dei classici terzi di difesa che si staccano per andare in avanti (es. Mancini, Toloi o Dimarco), Bastoni non si porta in avanti per inserirsi e dare una mano agli esterni, bensì per imbeccarli e dare velocità e qualità alla manovra.
Per questo motivo Conte non può farne a meno, perchè nella propria linea difensiva uno come lui è letteralmente indispensabile, soprattuto quando si tratta di rendere più pulita la manovra e più qualitativo il tutto, condito (come sempre nelle squadre di Conte) da tanta fisicità e intensità.