Serie A

Inter-Milan, le chiavi tattiche del derby della Madonnina

Le resurrezione sportiva di una città intera, il lento ed inesorabile ritorno alla gloria di due popoli orgogliosi ed ambiziosi che condividono lo stesso cielo, vogliosi più che mai di affermare la propria supremazia su chi sta “dall’altra parte”. Inter e Milan hanno finalmente ritrovato la strada del successo e della competitività, attraverso dei progetti solidi, ambiziosi ed oculati, che hanno messo fine alle disgrazie di due club dal nobile retaggio.

I nerazzurri hanno cambiato il loro condottiero, ma la musica non sembra essere diversa: la squadra di Inzaghi vince, diverte e non sbaglia un colpo, e soprattutto matura a vista d’occhio di partita in partita. Il Milan si trova invece in una fase non particolarmente semplice, in cui le assenze e i cali fisici hanno fortemente rallentato la corsa dell’armata di Pioli, bisognosa più che mai di ritrovare smalto e certezze.

Inter, il calcio di Inzaghi

Partiamo da un banale ma necessario presupposto: l’Inter di Inzaghi è un qualcosa di completamente diverso rispetto a quella vista lo scorso anno con Conte. Il tecnico piacentino ha rivoluzionato l’impostazione ed i canoni tattici della squadra, ridisegnando l’Inter come una squadra dominante, moderna e votata all’attacco. Il football proposto dai nerazzurri si incentra sul possesso palla e su un calcio verticale, in cui gli esterni e i difensori ricoprono un ruolo cruciale nella manovra offensiva.

Quando gli uomini di Inzaghi attaccano, sviluppano le trame di gioco partendo dall’impostazione della difesa, con Brozovic che funge da  collante fra il reparto difensivo e quello offensivo. I movimenti dei centrocampisti sono armonici e votati alla ricerca degli spazi fra le linee, mentre gli attaccanti vengono spesso incontro e svariano su tutto il fronte offensivo, in modo da aprire la strada agli inserimenti dei compagni senza dare punti di riferimento agli avversari.

La grande novità tattica introdotta dal tecnico piacentino risiede negli attacchi portati dal braccetto di destra e quello di sinistra della difesa. Bastoni e Skriniar, infatti, dopo aver impostato l’azione vanno ad occupare l’area avversaria, trasformandosi in veri e propri attaccanti, con Dzeko che si sposta sull’esterno e Lautaro che viene incontro. Gli attacchi operati dai centrali difensivi vengono poi coperti da Barella e Brozovic, che vanno a formare letteralmente una barriera in caso di ripartenze avversarie. Immaginiamo l’inter come un pugile che colpisce prima con un braccio e poi con l’altro, con velocità e grande impatto ad ogni azione.

 

Milan, il calcio di Pioli

Il Milan di Pioli è una macchina dai meccanismi oleatissimi, in cui prevale, come nel caso dei cugini, un calcio verticale e votato all’attacco. Tuttavia la proposta rossonera si presenta meno ragionata e più esplosiva, con una maggiore insistenza nella ricerca della profondità. Anche nel caso dei rossoneri, la tendenza è quella di gestire la palla, ma con l’intento di muoverla il più velocemente possibile, in modo da non dare possibilità di reazione agli avversari. Nel 4-2-3-1 di Stefano Pioli è fondamentale il ruolo svolto dalla punta centrale, che spinge i difensori avversari a indietreggiare con l’intento di ricavare spazio per i trequartisti.

I rossoneri giocano un calcio aggressivo e tremendamente intenso, in cui la ricerca della verticalità è opprimente. La costruzione parte dalla difesa e si sposta verso il “double pivot” di centrocampo, che a loro volta la indirizzano la sfera con grande celerità verso gli esterni. Gli attaccanti laterali cercano spesso l’1v1 o lo scambio con la punta, in modo da poter attaccare la porta con facilità. Durante la manovra offensiva, uno dei due mediani si stacca costantemente per andare a supportare l’attacco, oltre che a mettere pressione alla difesa avversaria.

Uno dei segreti del Milan risiede nel terrificante settore di sinistra, dove Theo Hernandez e Rafael Leao risultano essere delle spine nei fianchi per qualsiasi squadra. Il francese perfora costantemente le difese avversarie con la sua conduzione e capacità d’inserimento, favorite dai movimenti “ad aprirsi” dei trequartisti e della punta. Il portoghese ha invece il compito di far saltare gli schemi grazie alla sua grandiosa capacità di saltare l’uomo, partendo da dietro o larghissimo sull’esterno.

 

Inter-Milan, le chiavi tattiche

Molto del match si deciderà sulle corsie esterne, data l’importanza tattica che ricoprono nelle idee di entrambi gli allenatori. Il Milan ha sempre sfruttato la corsia di sinistra come arma principale, data l’intensità e la potenza che è in grado di sprigionare da quel lato. L’Inter dovrà essere solida ed organizzata nella fase di transizione negativa, e reggere gli urti portati da Theo Hernandez e Rafael Leao attraverso i duelli individuali.

I rossoneri devono invece prestare attenzione alla capacità di costruzione ed alla coralità delle trame nerazzurre, mantenendosi lucidi e compatti per tutti i 90 minuti. Per far male alla truppa di Inzaghi, bisognerà sfruttare gli spazi aperti in ripartenza, in modo da favorire le sgroppate degli esterni. Un eventuale inserimento di Kessié come trequartista potrebbe mettere sotto pressione Brozovic, ed allo stesso tempo riempire l’area avversaria con potenza fisica e capacità d’inserimento.

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Published by
Francesco Lionetti