Inter, Marotta: “Lautaro è già una bandiera. Vogliamo che resti”
L’Amministratore Delegato dell’Inter Giuseppe Marotta è intervenuto ai microfoni di “Cronache di spogliatoio” dove il dirigente nerazzurro ha toccato vari temi dell’attualità e non solo della squadra di Simone Inzaghi.
Un Marotta a tutto tondo quello intervistato da alcuni bambini di una Scuola Calcio e da “Cronache di Spogliatoio“, con l’AD interista che commenta l’ottimo periodo dell’Inter atualmente prima in classifica e dà aggiornamenti sul rinnovo di Lautaro Martinez e sui retroscena che hanno portato all’addio a zero di Milan Skriniar.
Inter, le parole di Marotta a “Cronache”: “Lautaro è un grande giocatore e un grande uomo. Vogliamo che resti. Con Skriniar divergenze. Spero che Zhang rimanga. Futuro in politica? Mi piacerebbe migliorare lo sport in Italia”
“Credo che ricevere interviste da dei bambini sia più difficile perché hanno grande creatività ed innocenza, e questo li porta a fare domande alle volte più capziose perché magari possono anche essere domande imbarazzanti“.
“Lautaro Martinez è un bravissimo giocatore e un bravissimo papà. Lui è un uomo che ha dentro di sè dei valori importanti. Lui ama l’Inter, come l’Inter ama lui e questo è un bel concetto. Lui vuole rimanere e noi siamo contenti di tenercelo“.
“Oggi lui è già una bandiera perché ha la fascia di Capitano e la fascia viene data a chi magari ha un pochino più di differenza rispetto agli altri“.
“Cristiano Ronaldo è stato un bravissimo giocatore e ancora un bravo giocatore ma soprattutto è un grande campione. E un campione è quella persona che sa trasmettere delle convinzioni forti anche ai compagni. Lui era il leader della squadra e quello più famoso e trascinava anche gli altri. Era impegnativo averlo, ma non mi ha mai fatto arrabbiare quando era alla Juve“.
“La Pinetina è il nostro centro sportivo ma è anche la nostra casa ed è giusto che io vi abbia accolto degli ospiti come voi in giacca e cravatta, anche perché sono più vecchio di voi…“.
“Io da giovane ero già nel mondo del calcio ma avevo due strade. O fare il dirigente o fare il giornalista. In un anno ho provato entrambe le professioni, poi ho scelto di fare il dirigente perché mi si è creata un’opportunità“.
“Comunque tutto serve. Più in fretta acquisisci esperienza in qualsiasi settore e più ti è d’aiuto. Quindi il mio passato da giornalista mi ha aiutato a gestire anche alcune situazioni da dirigente, come ad esempio quando giro attorno alla domanda ma non dico niente. Oppure raccontare bugie bianche, come un po’ in politica…“.
“Con Skriniar ci sono state un po’ di divergenze e un po’ di difficoltà tra lui e l’Inter. E questo ha portato ad una rottura di quello che era il rapporto di amicizia e di appartenenza tra di noi. Le strade si sono separate, lui ora è a Parigi e noi siamo andati avanti bene senza di lui“.
“Ci sono tanti esempi nella mia vita di giocatori presi a poco e che poi hanno reso molto. Un esempio recente è quello di Matteo Darmian, che si è rivelato un grandissimo professionista. Darmian è un ragazzo che, il nostro DS Ausilio ed io abbiamo preso per pochissimi soldi e oggi invece è un giocatore che vale molto di più rispetto a quanto lo abbiamo pagato. Ed è un giocatore che stimo per serietà, capacità e valori“.
“C’è un giocatore che oggi milita nella Juventus è che si chiama Paul Pogba. Ed è stata un’operazione molto complicata perché arrivava dal Manchester United ma non aveva rinnovato il contratto. Quindi su di lui c’era tantissima concorrenza ed era difficile poter trattare il suo acquisto che è stato molto complesso“.
“Il Presidente Steven Zhang è giovane, bravo, ambizioso e ha voglia di fare il Presidente dell’Inter e quindi speriamo che rimanga. Noi facciamo tutti il tifo per lui“.
“La mia prima intervista televisiva è stata nel 1983 in un programma chiamato Bar Sport e condotta da Carlo Sassi sulla RAI. Lì è stata la prima volta che ero davanti alle telecamere ed ero molto emozionato. Adesso quell’intervista la utilizzo oggi per far capire la differenza che esiste tra la comunicazione passata e quella presente“.
“Io da piccolo volevo fare o il radiocronista o il dirigente e poi ho preferito la seconda. Ho giocato anche io a calcio ma non ero molto bravo e ho preferito smettere e fare altro. Era uno dei miei sogni ma è importante anche avere un sogno di riserva“.
“Nella vita vi auguro di fare una professione che vi resti tutta la vita, ma è anche giusto dedicarsi anche a qualche passione perchè ognuno deve averne oltre al proprio mestiere. Quando dico che quando smetterò col calcio vorrei dedicarmi un po’ di politica, nel senso aiutare i problemi delle nuove generazioni nell’ambito sportivo. Lo sport è una realtà che amo molto, ma che in Italia ha ancora dei problemi soprattutto nelle strutture. Vorrei dedicarmi a questo, migliorare la qualità dello sport in Italia. Sarà una passione, ma anche un lavoro chi lo sa“.