Inter, Marotta: “Ci sarà un prolungamento per Barella e Lautaro”
Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha rilasciato un’intervista al “Corriere della Sera”. Diversi i temi affrontati tra cui la situazione del calcio italiano che ha chiari ed evidenti problemi.
“Il costo del lavoro è sproporzionato perché i club vanno sempre alla ricerca di una maggiore competitività. Il mecenatismo è morto. Servono proprietà competenti, stabilità e continuità. Anche a danno dei risultati sportivi. Per risollevarsi occorre dare valore alle proprie risorsa, contenere i costi e incrementare le proprie strutture. Non vince chi spende di più, meglio far vivere il valore della competenza”.
Il discorso è poi proseguito sulla Superlega.
“Un grido d’allarme e disperazione di alcune società con un forte obiettivo competitivo. Va rivisto il modello organizzativo. Nella forma potevamo agire meglio ma il fine giustifica i mezzi”.
Marotta si è poi detto contrario al Mondiale ogni due anni.
“La Champions nel 2024 aumenterà di 100 partite. La FIFA vuole il Mondiale biennale: ma la tutela della società dov’è? Se ti do un giocatore per due mesi perché devo pagarlo io? Sono favorevole al format delle 18 squadre ma contrario al Mondiale ogni due anni”.
Il quadro generale del calcio italiano è quindi piuttosto critico secondo l’ad, che esprime comunque ottimismo per una soluzione.
“Manca l’attenzione dello Stato. In Europa negli ultimi dieci anni sono stati costruiti 153 nuovi stadi e investiti 19,8 miliardi. In Italia solo uno. Va reintrodotto il ministero dello Sport. Lo sport rappresenta un comparto industriale incredibile, un’eccellenza Made in Italy. Il recovery plan porterà 235 miliardi, il calcio e lo sport devono essere una parte importante”.
L’intervista è poi proseguita parlando dell’Inter.
“La nostra condizione è pari a quella degli altri club e stiamo pagando regolarmente gli stipendi, anche gli ultimi di settembre. La contrazione finanziaria è legata ai mancati introiti del Covid. Il nostro azionista in 5 anni ha messo un miliardo di euro, eticamente non è sostenibile. C’è stabilità. La cassa dà tranquillità. Zhang ha passione. Il presidente ha ribadito più volte il proprio impegno a lungo termine”.
Non solo l’aspetto finanziario trai i temi dell’intervista ma anche il mercato estivo, la questione Lukaku e il nuovo allenatore, Simone Inzaghi.
“Lukaku lo vedo a 115 milioni e lo sostituisco con Dzeko a zero: sul campo non c’è questo divario. Lukaku è andato via per prendere il doppi, in Italia certe cifre non possono esistere. L’Inter può vincere lo scudetto. Non dobbiamo dispensare illusioni ma l’ambizione è la parte integrante del club. Dopo 8 giornate è presto per i bilanci, ce la giochiamo con tutti. L’obiettivo resta qualificarsi in Champions. Inzaghi sta lavorando bene, gli va dato il tempo di conoscere il fenomeno Inter. Magari alcuni gol erano evitabili, li dobbiamo migliorare”.
E su eventuali grandi offerte in arrivo per i suoi giocatori si esprime così.
“Non sono preoccupato del vendere ma del comprare bene. Comunque per Barella e Lautaro ci sarà una gratificazione e un prolungamento. Brozovic è in scadenza, servirà un po’ più di tempo ma ho fiducia. Oggi Lukaku a 75 milioni non potrei comprarlo ma non ci possiamo accontentare. Servono investimenti, mirati e contenuti”.
Ha poi concluso parlando del suo futuro.
“Aspettiamo che torni Zhang, credo si possa continuare assieme. Dopo l’esperienza Inter cercherò qualcos’altro fuori dai club. A me piace la politica dello sport. Mi piacerebbe un ruolo istituzionale”.