Inter, l’Everest nerazzurro tra il sogno Triplete e l'”incubo” zero titoli

(Photo by Spada, LaPresse) Calcioinpillole.com
Con il Derby valido per l’andata delle semifinali di Coppa Italia in programma domani sera contro il Milan, l’Inter si prepara ad un mese di aprile che vedrà la squadra di Simone Inzaghi all’interno di un vero e proprio ciclo infernale di partite e con 8 match da disputare in 25 giorni tra tutte le competizioni. Un Inter in sospeso tra la possibilità di ripetere la storia con il sogno Triplete ma anche con la consapevolezza di poter chiudere la stagione senza titoli.
O tutto o niente o quasi. A poco meno di due mesi dalla fine della stagione, l’Inter è l’unica squadra italiana ancora in corsa per tutte le competizioni che ha potuto disputare quest’anno. I nerazzurri sono infatti attualmente primi in classifica in Serie A (in un duello avvincente contro il Napoli di Conte e con un vantaggio di +3 a otto giornate dalla fine), e poi sono ai quarti di finale di Champions League (doppia sfida col Bayern Monaco) e in semifinale di Coppa Italia (doppio Derby contro il Milan).

Inter, tra la leggenda del secondo Triplete alla paura di restare a mani vuote. Inzaghi cerca un’impresa senza averne davvero i mezzi, e forse per questo ha già vinto
L’inizio di questo viaggio tra l’estasi e la follia che attende i giocatori dell’Inter (ma anche i propri tifosi) inizia domani sera con il primo atto della Stracittadina valevole per l’andata delle semifinali di Coppa Italia. Come Derby non sarà una partita semplice a prescindere, e nonostante la stagione deludente il Milan è stata probabilmente la squadra che in questa stagione ha saputo meglio mettere in difficoltà i nerazzurri, con uno score di 2 vittorie e 1 pari nei precedenti di quest’anno e uno di questi è valso un trofeo come la Supercoppa Italiana.
Un impegno che si preannuncia stressante sia a livello fisico che mentale per l’Inter, e con i nerazzurri che non ci arrivano nemmeno benissimo dal punto di vista della rosa. Mancheranno infatti Lautaro Martinez, Taremi, Dumfries, Zielinski e lo squalificato Taremi. Logica vorrebbe che Inzaghi preservasse qualcuno in vista dell’affollato calendario che dovrà affrontare l’Inter, che esattamente 72 ore dopo il Derby dovrà scendere ancora in campo per la trasferta di campionato contro il Parma. Una distanza temporale che i nerazzurri dovranno vivere per tutto il mese tra una partita e l’altra, cercando di dosare tutte le energie fisiche e psicologiche a disposizione.
Una rosa non adatta alle tre competizioni e il mercato non ha aiutato. Ma l’Inter e Inzaghi non possono più tirarsi indietro
Ma a questo punto della stagione e al punto in cui l’Inter è in tutte le competizioni, i nerazzurri non possono nemmeno più davvero scegliere su cosa puntare e il motto sembra quello di voler fare il massimo possibile con quello che si ha, e poi succeda quello che può succedere. Succeda quello che può succedere che nella situazione dell’Inter può significare che ogni vittoria potrebbe avvicinare l’Inter ad un clamoroso sogno Triplete, ma che anche ogni pareggio e sconfitta rendi più concreta la forma di un possibile flop e che nel suo scenario peggiore vedrebbe l’Inter non vincere nulla.
Assieme al Barcellona, al Real Madrid e al Paris Saint-Germain, l’Inter è l’unica squadra in Europa ancora in corsa per tutte le competizioni e per il cosiddetto Triplete, vale a dire la vittoria in una singola stagione del proprio campionato, della Coppa Nazionale e della Champions League. E qui va fatta un’analisi/verità che l’Inter sta provando a fare qualcosa per cui non è pronta, o meglio qualcosa per cui non è stata costruita a differenza delle tre corazzate citate. I nerazzurri non hanno una rosa per reggere tre competizioni per svariati motivi. Il principale è che l’Inter anche quest’anno ha dimostrato di non avere davvero riserve all’altezza e sostanzialmente la squadra di Inzaghi si è retta sul gruppo Scudetto della passata stagione e sulle proprie idee di gioco. In questo senso grosse colpe vanno date al non mercato estivo che oggettivamente non ha regalato nessuna reale risorsa aggiuntiva ad Inzaghi: i due parametri zero Taremi e Zielinski sono ormai definibili come flop assoluti, il difensore classe 2003 Palacios è stato scaricato dopo 6 mesi al Monza e l’unico che ha potuto dimostrare qualcosa è stato il solo secondo portiere Josesp Martinez.
Un calendario folle e la stagione totalmente diversa della principale rivale. Ma squadra e allenatore avranno poco da rimproverarsi
Non è banale sottolineare questo perché veramente l’Inter sta provando a scalare l’Everest senza l’equipaggiamento adeguato. Fino ad ora in stagione i nerazzurri hanno disputato 44 partite ufficiali tra Serie A, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa Italiana. E certamente ne disputeranno almeno altre 12 (le 8 che mancano di campionato + le due di Coppa Italia e Champions League. Un totale di 56 partite, mentre il Napoli principale rivale in campionato e fuori dall’Europa ne ha finora disputate 33 tra A e Coppa Italia e potrà arrivare ad un massimo di 41. Una differenza di 17 partite e di 1530 minuti in più sulle gambe. Quasi un intero girone d’andata di differenza e che se l’Inter dovesse passare i turni di Coppa aumenterebbe anche di più e che potrebbe sicuramente avere un peso nel rush finale in Serie A.
Come detto però l’Inter si è messa nella posizione rischiosa ma anche onorevole e coraggiosa di provare a fare tutto ma anche con la consapevolezza di trovarsi con nulla in mano. E con il rischio anche mediatico di vedersi spiattellato un fallimento epocale dovessero le cose andare male. Una visione delle cose che però sarebbe palesemente sbagliata alla luce della premessa fatta in precedenza, e che a prescindere di come potrebbe andare dovrebbe in ogni caso inorgoglire in primis i tifosi nerazzurri e anche gli stessi giocatori e Simone Inzaghi, che provando a fare l’impossibile pur non avendone i mezzi tecnici e partendo anche da sfavorita (nel sogno Champions soprattutto) sta tentando di regalarsi qualcosa d’inimmaginabile.