Inter, Handanovic: “Skriniar deve restare, Onana diverso da me”

Inter, Handanovic: “Skriniar deve restare, Onana diverso da me”

(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Samir Handanovic ha parlato alla Gazzetta dello Sport dell’Inter che sta sorgendo dal mercato estivo. Il portiere nerazzurro si è soffermato in particolar modo sulla vicenda Skriniar e sul ritorno di Lukaku, senza tralasciare, ovviamente, l’arrivo di Andre Onana. Di seguito le sue dichiarazioni, riportate da TMW.

(Photo by ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Inter, le parole di Handanovic su Lukaku, Skriniar e Onana

Sull’essere un giocatore dell’Inter
“Per me stare all’Inter dal 2012-12 è onore e responsabilità, ma pure appartenenza, identità. Se sono rimasto così tanto è perché qui sto bene e c’è stata una continua crescita, mia e del club. Non mi sono mai stufato: contano passione e fame. Qui c’è storia, sapevo che dopo i momenti duri sarebbero arrivate le vittorie”. 

Sul ritorno di Lukaku
“Il suo ritorno non mi ha sorpreso perché ho visto come stava al Chelsea, ho ascoltato la sua famosa intervista, si sentiva malinconia e nostalgia. Devi sempre sapere in che spogliatoio vai e Rom sapeva che il nostro è sano, allegro, positivo. Nella vita spesso all’inizio si sceglie per motivazioni economiche, ma poi subentra sempre il benessere: se stai bene da una parte, è normale tu voglia tornarci. Non gli ho detto nulla, non serviva. Piuttosto lo prendo in giro, si arrabbia ancora se perde una partitella! È come se non fosse mai andato via, è la stessa persona di prima, poi sul giocatore parlerà il campo”. 

 Su Skriniar
“Per me è fondamentale che lui rimanga con noi. Non possiamo perdere altri pezzi. Io lo vedo ogni giorno tranquillo e sereno ad Appiano”. 

Su Onana
“Sappiamo tutti che ognuno vuole giocare: è giusto e sano così. È normale competizione, fa bene a tutti. Siamo molto diversi, lui viene dalla scuola Barça e io da quella italiana: senza entrare nei tecnicismi, ci sono differenti approcci nella posizione, nel modo di stare in porta e parare. Ma pure questa diversità è un bene. Ci sono tante partite ravvicinate, può succedere di tutto, e decide sempre l’allenatore. Ma da questa nostra competizione ne beneficia la squadra perché ha due portieri forti”.