Inter, Gosens: “La psicologia è essenziale nel calcio”
Alla vigilia di Inter-Porto Robin Gosens ha rilasciato un’intervista al sito dell’UEFA. Non si è trattato delle tipiche dichiarazioni tecniche, ma degli studi psicologici che sta portando a termine il laterale nerazzurro. Un argomento molto interessante che nel mondo dello sport spesso viene nascosto, ma che risulta fondamentale nelle varie fasi della carriera di un atleta.
Le dichiarazioni di Gosens sulla psicologia
Sugli studi: “Sto ancora studiando ma non lo farò ancora per molto. La mia laurea è nelle fasi finali. Ho alcune cose da correggere e poi, si spera, gli ultimi dettagli verranno sistemati. Penso che che la psicologia sia estremamente importante nel contesto del calcio. Ho anche imparato a farne tesoro. All’inizio della mia carriera non era così. La sua importanza è cresciuta per me, soprattutto attraverso i miei studi. Credo che la psicologia, in particolare ciò che accade nelle nostre teste, sia estremamente importante quando si tratta delle nostre prestazioni in campo. Ecco perché considero la psicologia essenziale per il nostro settore, che può essere estremamente intenso.”
Il rapporto del calcio con la psicologia: “Penso assolutamente che ci sia ancora strada da fare. Nelle mie cerchie, è ancora considerato un tabù parlarne. Non tutti sentono di potersi aprire completamente. Quando ho problemi mentali o psicologici, ho ancora l’impressione che molti calciatori la vedano come una debolezza. Non si aprono e portano con sé i loro problemi. Penso si debba arrivare a un punto in cui non venga più considerato un tabù, e che invece sia vista come una forza enorme quando qualcuno si apre e ha la sicurezza di parlare delle cose che non vanno bene. Credo che solo risolvendo questi problemi e parlando si riesca a trovare la giusta mentalità, perché puoi giocare bene a calcio solo quando sei in quelle condizioni. So che, quando sei mentalmente bloccato, senti le ferite più intensamente. Gli psicologi e l’assistenza psicologica sono ancora un argomento tabù, non solo nel calcio ma anche nella società in generale. Non è vista come una cosa che può aiutarti a crescere come personalità e come persona.”