Nella giornata di mercoledì, l’Inter ha fatto il suo debutto in Champions League, pareggiando contro il Borussia Monchengladbach. Una sfida che ha visto la pesante assenza di Achraf Hakimi.
Il nazionale marocchino, infatti, è risultato positivo ai tamponi, salvo poi, però, risultare negativo già il giorno dopo. Una situazione, quella che ha coinvolto Hakimi, che ha fatto infuriare l’Inter con la UEFA. Il club nerazzurro non discute sulla possibile falsa positività. D’altronde una persona debolmente positiva può negativizzarsi nel giro di poche ore. No, a mandare su tutte le furie la società di Zhang è stata la comunicazione della UEFA.
Nella mattinata di mercoledì, infatti, il laboratorio autorizzato dal massimo organo europeo (il Synlab) aveva comunicato la negatività di tutta la squadra. Solo dopo un’ulteriore analisi, Hakimi è stato considerato positivo. A quel punto, però, erano le 16:10 e l’ex Borussia Dortmund aveva partecipato alla rifinitura con tutti i compagni che avrebbe potuto contagiare, recando un danno enorme all’Inter già falcidiata dal COVID.
Inoltre, non c’erano più nemmeno i tempi tecnici per un altro test. Secondo le ultime, dunque, non si esclude nemmeno la possibilità che i nerazzurri ricorrano alle vie legali.